domenica 19 ottobre 2014

Circolazione del plusvalore – schemi della riproduzione

       
INTRODUZIONE
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La circolazione del plusvalore si attua tramite le compravendite di plusprodotto fra capitalisti. Questi si sono già appropriati di tutto il prodotto sociale, quindi dei vari plusprodotti delle diverse imprese distinte economicamente. I plusprodotti devono essere scambiati fra i possessori individuali con l’intervento del denaro. Questo così interviene  per lo scambio monetario, non per la produzione, né per l’appropriazione del plusvalore. Ciò vale  sia nel caso di riproduzione semplice che allargata del capitale, cioè che tutto il plus valore vada solo in godimento (consumo personale dei capitalisti e del personale della loro rete d’interessi) o anche in arricchimento ( accumulazione di capitale,  socialmente e quantitativamente più importante ).
      L’esame di Marx sulla circolazione del plusvalore stabilisce che la massa di denaro che fa circolare il reddito reale della classe intera capitalistica  di ogni ciclo annuale, sia  per i godimento sia per l’accumulazione di capitale, percorre un circuito chiuso su se stesso, di andata e ritorno fra capitalisti, che ne rimangono così sempre in possesso monopolistico . Se si considera che il capitale monetario anticipato dalla classe capitalistica per il ciclo del capitale, nella riproduzione normale, rifluisce alla classe stessa  che l’ha anticipato , dall’ esame della circolazione del plusvalore ne consegue che  a livello generale complessivo non è possibile alcuna tesaurizzazione, accumulazione monetaria , (“risparmio monetario”). Ribattendo questo chiodo :a livello di capitale sociale complessivo non è possibile ( vedi “circolazione del plusvalore”) e non è necessaria ( vedi “passaggio alla riproduzione ampliata”) un’accumulazione monetaria  preliminare alla accumulazione reale (“agli investimenti”).
      Il movimento in  merce e denaro del plusvalore è connesso a tutta la circolazione (rotazione) del capitale sociale complessivo, nei suoi incessanti cicli concatenati. Da ciò l’opportunità  di collegare la trattazione dell’argomento “Circolazione del plusvalore” agli schemi della riproduzione, esposti da Marx (dove si vede  l’appropriazione diretta del plusvalore merce e il giro chiuso monetario del plusvalore). Per bene intendere gli schemi della riproduzione del capitale è utile riprendere i concetti di capitale sociale complessivo, di “riproduzione normale” del capitale e quindi di “Corso storico del capitalismo mondiale”.
Questo scritto riguarda qualche questione di economia marxista fra le tante  e tante  che sono la base teorica del programma comunista.  La connessione degli argomenti ora esposta  ha comportato i seguenti capitoli di questo frettoloso abbozzo di semilavorato :
-        Circolazione del plusvalore  - Capitale sociale complessivo – Riproduzione normale – I corso del capitalismo mondiale - Accumulazione monetaria e accumulazione reale – Grafi  degli schemi della riproduzione del capitale – I grafi .
Questo scritto  ha l’intento di spingere compagni a studiare ancora i nostri testi, per riproporne gli argomenti ivi forniti  sulla condanna del capitalismo  e per il programma della rivoluzione comunista .

Le citazione  fra virgolette sono tratte  da “ Il Capitale”,  prevalentemente L II e , dagli scritti  del P.C. Internazionale.


LA CIRCOLAZIONE DEL PLUSVALORE     

I)    Riproduzione semplice

 Nel capitolo sulla circolazione del plusvalore, L II de “Il Capitale”, Marx,  prima di affrontare il tema ne considera  altri :  1) riporta una citazione  di un bellissimo passo di uno scritto dell’Inglese Thompson (confronto fra da una parte patrimonio, immobilizzazioni, capitale  potenziale e fittizio, e dall’altra parte capitale ;  e confronto fra la massa di valore del capitale fisso e la ben maggiore  massa di valore capitale prodotta nel ciclo di quello ; 2)  dà la definizione di riproduzione normale del capitale sociale complessivo ( vedi paragrafo)  ; 3) considera  il settore produttore d’oro ( creazione di denaro addizionale allo stock già disponibile e riproduzione del materiale monetario ( per compensare il logorio delle monete metalliche) .
L’argomento produttore d’oro è trattato  molte volte da Marx ( in particolare nel paragrafo sulla tesaurizzazione L I  e frequentemente in tutto il L II)  ; anche 150 anni fa c’erano eserciti di esperti  che volevano spiegare pretesi enigmi dell’ economia capitalistica  con miracolose  creazioni monetarie.

L’interesse per l’argomento produzione d’oro  è determinato dai seguenti motivi :
1)     Marx ha scelto , per ragioni di efficace  metodo scientifico e di rispetto dell’ordine storico, di analizzare la circolazione del capitale con l’ipotesi  di circolazione monetaria  costituita essenzialmente dalla  moneta metallica  - oro, equivalente generale della merci .
2)     Si presuppone che, per premessa storica  (accumulazione primitiva) e per successivi apporti della produzione d’oro, sia sempre presente per la circolazione monetaria attiva e per la tesaurizzazione una massa di denaro propriamente detto, disponibile e sufficiente, ossia per il ciclo (circuito) del denaro (anticipazione e riflusso del capitale monetario,  che compie il suo ciclo del capitale industriale ; per i prelievi e uguali reintegri dai fondi  di riserva di denaro tesaurizzato) ;
3)     La monetizzazione generale del plusprodotto totale  contenente il plusvalore non è possibile con il denaro addizionale creato dal settore produttore d’oro, perché in tale caso  il plusprodotto sarebbe ceduto dal settore industriale non produttore  d’ oro, il quale sarebbe condannato alla sola sterile tesaurizzazione (confronta paragrafo “Lo sciocco presupposto” ), non avendo più plusprodotto da utilizzare come capitale produttivo addizionale.

 Il  ciclo del denaro è  il circuito dalla partenza al suo riflusso .  Punto di partenza e   riflusso  è l’organo complessivo centralizzatore  monopolizzatore del denaro sociale (sistema bancario) ; esso rappresenta il monopolio  del denaro detenuto dalla classe capitalistica. Il capitale monetario nella circolazione del capitale attraverso le sue forme compie un circuito ; anche il denaro che la classe capitalistica immette nella circolazione per le spese di reddito per consumi personali e in generale improduttivi e ritira come monetizzazione di questa parte di plusvalore compie un circuito. A questi 2 circuiti  corrispondono il fondo monetario per anticipazione  e riflussi del capitale monetario  impegnato nei cicli del capitale e il fondo monetario per le spese di reddito dei capitalisti in consumi personali e per le entrate che provengono dalla realizzazione monetaria di quella parte di plus valore.
Questi cicli del denaro si ripetono periodicamente per ogni parte di ogni capitale individuale  e per capitale sociale complessivo . Per questo capitale consideriamo come periodo l’anno, che può comprendere rotazioni componenti più brevi. Quindi riassumendo : 2 cicli periodici annuali di denaro, uno per il capitale monetario  nel ciclo del capitale ( quindi le sue componenti capitale costante e variabile seguono  entrambe cicli periodici annuali) , l’altro ciclo  per il reddito monetario speso e incassato  dalla classe capitalistica.
La questione della circolazione del plusvalore è la questione dello scambio con l’intervento del denaro dei plusprododotti  di cui si sono appropriati i capitalisti ; quindi della vendita del plusprodotto posseduto ( monetizzazione del plusvalore) e dell’acquisto del plusprodotto posseduto da altri capitalisti. Qui i capitalisti rappresentano tutti quelli che partecipano alla spartizione del plusvalore complessivo.
La circolazione del capitale costante e variabile per la restaurazione ad ogni ciclo del capitale produttivo iniziale per la riproduzione almeno a scala costante è processo distinto dalla circolazione del plusvalore. Questa riguarda : 1) vendita e acquisto di mezzi di consumo necessari e di lusso  per i capitalisti (consumo improduttivo del plusvalore) ; 2) vendita e acquisto di elementi materiali del capitale) produttivo addizionale ( mezzi di produzione addizionali e mezzi di sussistenza addizionale per lavoratori addizionali), mezzi presenti realmente come parte del plusprodotto del ciclo percorso (capitalizzazione del plusvalore,, riproduzione allargata del capitale sociale complessivo).
La questione è questa : stando alla formula generale del capitale D-M-D’ ci si domanda : come fa ogni  capitale a sottrarre costantemente (periodicamente ) dalla circolazione monetaria più denaro di quanto vi immetta. “Si comprenda bene . Non  si tratta qui della formazione del plusvalore. Questa , che costituisce l’unico segreto, è chiarissima  dal punto di vista capitalistico… la questione non è dunque : donde proviene il plusvalore ? Bensì : donde proviene il denaro per monetizzarlo ? “
“non si deve cercare di aggirare la difficoltà mediante scappatoie  che hanno l’apparenza del giusto .”
Marx qui considera varie “scappatoie”, che rigetta in quanto risposte non valide alla domanda.
Se il problema si riducesse  a quello della provenienza della somma di denaro necessario alla circolazione delle merci, quindi anche del plusprodotto, a questo si è già risposto (accumulazione primitiva di denaro e produzione successiva di oro).
Tornando alla domanda sopra formulata, c’è che la classe capitalistica complessiva ha il monopolio del denaro, essa  è il solo punto di partenza primario (non derivato) della circolazione del denaro.
Quindi : “ la classe intera dei capitalisti non può estrarre dalla circolazione  ciò che non vi era  stato   immesso prima”.
La deduzione di Marx è la seguente : “ di fatto ,  per quanto paradossale  possa apparire a prima vista, la stessa classe capitalistica  getta in circolazione  il denaro che serve al realizzo del plusvalore celato nelle merci. Ma nota bene : essa vi lo immette  non come denaro anticipato,  dunque non come capitale. Essa lo spende come mezzo di acquisto per il suo consumo individuale. Non è dunque  da essa anticipato, sebbene essa sia il punto di partenza della sua circolazione.”
Qui stiamo ancora  considerando la riproduzione semplice ; il plusvalore non è capitalizzato.
Per realizzare  in moneta  e consumare il plusvalore (riproduzione semplice) la classe capitalistica incassa quello che spende ad ogni ciclo annuale di riproduzione normale. A questo scopo deve avere un fondo monetario di riserva in continua espansione e contrazione, mai esaurito, sempre restaurato. Ma vedremo  che il giro esiste anche nella riproduzione ampliata.     
                                                                                                                                            
II)   Accumulazione  e riproduzione allargata

Per quanto riguardo la circolazione monetaria , che media la circolazione  fra i possessori di prima mano ( i capitalisti  appropriatori) del plusprodotto, non ci sono variazioni da apportare rispetto alla sua trattazione nel caso  I .
Il denaro necessario al movimento reale e alla monetizzazione del plus prodotto vien immesso  e ritirato dai capitalisti ;  si tratta  di compra vendite, di entrate  ed uscite monetarie  totali uguali.
Ora però, rispetto alla riproduzione semplice solo una parte delle uscite riguarda le spese  reddito monetario per mezzi di consumo personale necessari e  di lusso ( caso I) ; qui,  con la capitalizzazione di  parte del plusvalore, un’altra parte dell’immissione monetaria nella circolazione attiva riguarda l’anticipazione seguita dal riflusso, del capitale monetario addizionale per acquistare gli elementi materiali addizionali (già prodotti) per l’ampliamento della scala della produzione. Come già visto, che il denaro provenga da chi ne ha il monopolio e rifluisca è condizione indispensabile di tutto il meccanismo periodico di circolazione monetaria  (circolazione attiva + tesaurizzazione ; spese di reddito + anticipo di capitale e loro riflussi).
E non cambia nulla il fatto che con la riproduzione allargata del capitale si abbia una massa addizionale di valori merci e plusvalore e che essa sia in prospettiva crescente. L’impostazione e la soluzione generali del problema del denaro necessario alla circolazione di una massa anche crescente di merci, comprensiva del plusprodotto, sono  già state date nel L I (la somma di denaro che fa circolare una data massa di merci  non è da confondere con la massa di valore che questa massa di merci esprime).
Anche se  quelle soluzioni sono già note in generale dal L I, Marx elenca qui i mezzi  del sistema monetario per una circolazione di una massa crescente di merce ( sempre escludendo moneta di credito e credito bancario propriamente detto, al più ammettendo  l’uso del denaro  come mezzo di pagamento, ma con saldo definitivo o compensazione entro il periodo considerato) ; i mezzi sono  : produzione addizionale di materiale oro monetario ; maggiore velocità di circolazione  del denaro ; migliore organizzazione della compensazione dei pagamenti ; fondi di riserva  monetari dei capitalisti depositati in banca e fatti circolare  per il prestito e il rimborso più velocemente dal sistema bancario ecc…
Qui sulla produzione di oro come materiale monetario Marx fa una importante osservazione. Questa è una produzione di merce speciale, che consuma  mezzi di produzione e forza lavoro, ossia comporta  “false spese” a carico della produzione capitalistica ; essa deriva dalla organizzazione  per aziende economicamente  distinte, dal sistema mercantile monetario e salariale.
Se c’è questo sciupio di forze produttive, non c’è comunismo. Questo aspetto non viene per niente eliminato  con  lo sviluppo del sistema bancario e con la circolazione di moneta scritturale, perché questo sistema comporta attrezzature da ufficio, edifici, personale salariato e banchieri gaudenti, cioè consumo di produzione  dei lavoratori produttivi.
Marx affermando a questo punto dell’esposizione che senza il sistema creditizio e con la sola circolazione metallica il capitalismo avrebbe trovato un limite nella produzione di oro, è come se chiarisse ancora una volta il significato della ipotesi adottata  di pura circolazione metallica :  ragioni di metodo scientifico , logico, di rispetto dell’ordine storico  ; così procedendo con questo modello si può studiare e analizzare  il processo di produzione del capitale meticolosamente, in dettaglio e non con inafferrabili chiacchiere, anche accademiche, aventi apparenza del vero, anche per la loro diffusione assolutamente dominante.
Quando sopra ci si è riferiti alla parte di monetizzazione  del plusvalore totale che deriva dal capitale monetario addizionale anticipato dai capitalisti per il capitale produttivo addizionale si è ammesso che avvenga una immediata accumulazione reale, ossia acquisto immediato  di mezzi di produzione e forza lavoro addizionale (e quindi indirettamente mezzi di sussistenza ). Ma  per un capitale individuale per fare ciò può essere necessaria una accumulazione monetaria  preventiva durante più periodi annuali (accumulazione di capitale monetario potenziale).
Per il capitale  individuale ciò è possibile  ; la massa di denaro  monopolizzata  dalla classe capitalistica è sufficiente, è ciclicamente  ripristinata in ciascuna  delle sue parti , è complessivamente costante anche se  alternativamente  una parte dei capitalisti vende il suo plusprodotto senza comperarne  e tesaurizza , proseguendo la sua produzione a scala costante, l’altra parte , che  fa l’acquisto di plusprodotto capitalizzabile, compera senza vendere, detesaurizza, fa accumulazione reale.
Così la somma delle anticipazioni di capitale monetario addizionale che escono dalla classe capitalistica è uguale alla somma delle monetizzazioni di plusvalore capitalizzato (non ci sono in questo modello formazioni di crediti e debiti  almeno  che non si esauriscano nel periodo di riproduzione normale considerato). Ossia la  somma  delle tesaurizzazioni è sempre uguale alla somma delle detesaurizzazioni (a parte lo scambio di capitale merce, già prodotto e appropriato con denaro aureo addizionale creato ex novo). Solo la classe capitalistica acquista plusprodotto come capitale produttivo addizionale ; solo questa classe lo vende, perché lo ha fatto produrre proprio come tale e se  ne è appropriata ; tesaurizzazione e detesaurizzazione  interessano i fondi monetari di questa classe , le cui riserve complessive restano  invariate .
Quello che è possibile per alcuni capitali individuali non è possibile per il capitale sociale complessivo. Per precisare la questione occorre ricordare che consideriamo una riproduzione normale, dove tutto il capitale sociale, costante e  variabile,  iniziale si trova restaurato  all’inizio di ogni ciclo annuale per l’esercizio della riproduzione almeno su scala data, quindi il problema delle vendite senza compere e delle contemporanee compere senza vendite si limita al plusprodotto del ciclo compiuto.
Allora a livello sociale complessivo non può l ‘intera classe capitalistica  accumulare denaro ritirandolo dalla circolazione attiva : tutti i capitalisti dovrebbe vendere il loro plusprodotto senza comperarne, cosa impossibile perché ad ogni venditore corrisponde un compratore.
Qui Marx osserva che la tesaurizzazione di parte dei capitalisti che deposita in banca  in buona parte è solo nominale e individuale, perché la banca fa prestiti di capitale ai capitalisti acquirenti che non possiedono il capitale monetario addizionale da anticipare.
Marx conclude : “Ad eccezione della ripartizione del metallo nobile addizionale nella classe capitalistica l’accumulazione in forma di denaro non avviene mai contemporaneamente  in tutti punti .”
Vedi anche capitolo :  “ Accumulazione monetaria e accumulazione reale”.
Anche ora si è constatato che trasferire ciò che vale a livello di capitale individuale al capitale sociale complessivo è un errore o uno strumento di propaganda di classe.
Tornando all’accumulazione in forma monetaria,  parziale non generale : una parte della classe capitalistica compra plusprodotto per ampliare realmente la scala della produzione  nel ciclo successivo. I capitalisti acquirenti iniziano la riproduzione ampliata del capitale : l’effettivo fondamento materiale di questa (plusprodotto) è stato fornito dal tipo di pluslavoro del ciclo terminato, tipo  deciso dalla classe capitalistica, agente del modo di produzione.
La conclusione è : 1) non è né necessaria  né possibile una generale accumulazione preliminare in forma monetaria per la crescita della produzione di capitale ; 2) il circolante monetario “di per se e, soprattutto, da quando esiste la moneta cartacea  e scritturale, altro non è che un meccanismo sociale per dirigere la ripartizione del valore nascituro.”

          Ritorni sull'argomento

In altri capitoli del L II  de “Il Capitale”  Marx ritorna sull’argomento della circolazione del plusvalore.
a)     nel paragrafo sulla riproduzione del materiale monetario individua due difficoltà nell’intendere la questione :  1)  riguardo al capitalista come personificazione del capitale lo vediamo soltanto nell’atto di anticipare capitale monetario, non vediamo nelle sue mani  il denaro come forma del reddito ;  2) la classe capitalistica mette in circolazione una certa somma di denaro  in forma di reddito ,sembra che paghi un equivalente per questa parte del plus prodotto,  ma entrambe le parti  (godimento e arricchimento) non sono costate nulla alla classe capitalistica, ma sono costate pluslavoro  agli operai.
b)     Nel paragrafo “ mediazioni delle conversioni (delle merci) tramite la circolazione monetaria” afferma che la questione della circolazione monetaria viene oscurata da 2 circostanze : 1) la comparsa del capitale commerciale ( che compra  alla produzione e rivende  a tutto il consumo produttivo e improduttivo) ; 2) altre categorie oltre a quelle dei capitalisti industriali, considerati ora in quanto non personificazioni del capitale , consumano improduttivamente parte del plus valore (percettori di rendita fondiaria, di interesse, Stato e  suoi impiegati). Queste categorie dal capitale industriale, direttamente o meno , ricevono il denaro  e a quello lo fanno ritornare, direttamente o meno, con le loro spese. (Si suppone lo Stato non capitalista industriale).
c)     Nell’introduzione della III sezione, trattando il consumo individuale dei capitalisti, Marx fa l’importante precisazione che la circolazione del plusvalore si attua con le compravendite dei capitalisti, che quindi complessivamente incassano in moneta quello che spendono, appropriandosi del plusprodotto reale.

In relazione  al punto b, 2 ) queste categorie , nella funzione di consumo improduttivo, ricevono dal capitale industriale  il denaro come reddito monetario annuo, garantito da titoli giuridici e regole che lo Stato borghese è incaricato di assicurare . Le stesse categorie fanno ritornare  con le loro spese esattamente questo denaro al punto di partenza (direttamente o anche indirettamente tramite le spese dei salariati improduttivi  impiegati).
Qui si intende il capitale industriale nella funzione pura, separata in particolare da quella del capitale finanziario, ossia come insieme delle imprese pure senza proprietà alcuna ( del capitale monetario potenziale, del suolo, dei mezzi di produzione),  ossia lo si intende come capitalista attivo  complessivo, nella sua funzione di capitale  contrapposta alla funzione della proprietà inattiva nel processo produttivo. Precisando ancora, lo si intende come rappresentante il ciclo completo del capitale, funzioni riunite della produzione  e della circolazione fino alla vendita finale al consumo produttivo e improduttivo.
L’insieme delle imprese pure, dato che riceve il denaro come capitale monetario anticipato esclusivamente per il ciclo  del capitale e lo riceve dalla proprietà del capitale monetario (capitale finanziario), lo impiega  lo fa rifluire tutto alla proprietà, permettendo con ciò la riproduzione  almeno sulla stessa scala, non può versare  i redditi monetari a quelle funzioni o categorie consumatrici improduttive, se non con il denaro  delle spese di queste, fatte  per acquistare merci dall’imprese che se ne sono appropriate di prima mano.
Occorre vedere questo meccanismo monetario  nel processo di riproduzione nel suo svolgersi ciclico continuo, in cui qualsiasi inizio e fine sempre coincidono.
Il teorema enunciato nel capitolo sulla circolazione del plus valore è considerato una bestemmia  dai premiatissimi cervelli tutti amputati con la teoria  del denaro creatore  onnipotente che rende  il pluslavoro inesistente.
Per quanto riguarda la parte di plusvalore capitalizzato :  1)  si trova già prodotto nella forma materiale opportuna prima dell’effettivo acquisto e inserimento nel capitale produttivo del ciclo successivo; 2) non fa parte del prodotto  che deve sostituire  nella riproduzione quello degli elementi  del capitale produttivo consumati nella produzione conclusa ;  3) essa è comperata  dall’insieme delle imprese industriali, direttamente per i mezzi di produzione e indirettamente per i mezzi di sussistenza, tramite i lavoratori addizionali ; ma il denaro tutto per la compera in ultima analisi proviene dalla classe capitalistica ( si tratta di capitale monetario anticipato addizionale per il ciclo annuo che segue) ; 4) questa stessa  somma di denaro è incassata dalle impresi produttrici e versata alla classe capitalistica,  come plusvalore monetizzato della produzione  appena conclusa.
Anche nel caso dell’arricchimento ( accumulazione) i capitalisti incassano in moneta quello che spendono.

Riscontri sull'argomento

La circolazione del plusvalore si può vedere illustrata negli schemi della riproduzione. L’esame è più agevole considerando gli schemi e grafi corrispondenti con le due   sezione conglobate,, ossia per il capitale sociale complessivo. Si tratta di seguire i flussi reali di plusvalore in forma di merce e quelli monetari corrispondenti. Si vede il carattere unidirezionale dei flussi di plusprodotto merce,  dalle imprese senza proprietà alla proprietà del capitale e dal processo produttivo allo stesso processo produttivo (arricchimento) e si vede il carattere circuitale dei flussi monetari ,dalla classe capitalistica alla classe capitalistica per la circolazione del plusvalore. Produzione e appropriazione  nell’ordine precedono la circolazione del plusvalore, nei grafi il tempo scorre nello stesso senso del ciclo del capitale.
La classe capitalistica si arricchisce per potersi arricchire, non per avidità del capitalista persona, ma  per “l’impersonale esigenza del capitale sociale  di aumentarsi  di plusvalore, forza sociale che solo una rivoluzione potrà abbattere”…

Nota – La fonte dell’interesse – L’analisi marxista del processo di produzione del capitale circolante stabilisce che l’interesse è una parte del  plusvalore, nel quale si realizza  il pluslavoro degli operai. Si tratta dell’interesse per il denaro anticipato (c+v) al capitale industriale, inteso come insieme delle imprese pure senza proprietà. Questo denaro anticipato, nella riproduzione  normale del capitale sociale complessivo, rifluisce tutto alla proprietà del capitale monetario prestabile ; questo è produttivo di interesse per effetto del monopolio  del denaro.  L’analisi della circolazione del plusvalore, movimenti sia in merce che denaro, conferma che  quella del plusvalore è l’unica fonte dell’interesse. Infatti questa seconda analisi mostra che nella riproduzione normale del corso storico del capitalismo mondiale l’insieme complessivo dell’imprese pure può pagare in moneta l’ammontare dell’interesse, ossia tutto il reddito in forma monetaria alla proprietà del capitale monetario da prestito, se e solo se questa proprietà, presa nel suo insieme spende tutto questo stesso ammontare monetario in consumi improduttivi. Essa, acquistando i plusprodotti corrispondenti, fornisce il denaro, altrimenti mancante alle imprese, a queste necessario  per il pagamento dell’interesse.

IL CAPITALE SOCIALE COMPLESSIVO
                                                                                                            
L’esame  della riproduzione del capitale sociale complessivo richiede la conoscenza  della definizione qualitativa e quantitativa di questa grandezza.
Nell’analisi generale del processo di produzione  presupponiamo  la vendita della merce dalla produzione al consumo produttivo o improduttivo al suo valore ; come se la vendita  fosse diretta, senza intervento intermedio del capitale commerciale  ; ciò per mettere in evidenza  l’essenza del movimento del capitale ;  considerando  che quello commerciale nelle sue funzioni  pure non crea  né valore né plusvalore,  anche se è sempre più indispensabile al capitalismo ;  ricordando ancora  che le sue vendite finali si fanno, nella riproduzione normale a prezzi uguali ai valori delle merci, determinati nella produzione e non nel mercato. Con questa semplificazione il carattere distintivo mercantile, monetario, aziendale e salariale della forma di produzione e società capitalistiche resta invariato. L’affermazione del carattere improduttivo in quanto a merce, valore e plusvalore, del capitale commerciale non è modificata dal fatto che  “la massa del capitale produttivo costantemente in funzione è determinata dal rapporto fra il tempo di circolazione e il tempo di rotazione"; ossia a parità di capitale produttivo anticipato per una rotazione e di tempo di produzione (di trasformazione da capitale produttivo a capitale merce), minore è il tempo  di circolazione nel mercato, maggiore è il numero annuo di rotazioni, maggiore è il valore del prodotto merce nell’anno, ossia il capitale sociale complessivo (vedi “Misura del capitale sociale complessivo”).
Il capitale sociale complessivo  è l’insieme dei capitali individuali,  di imprese economicamente distinte, a titolarità individuale , azionarie o statali . Il suo movimento passa per le forme di funzione (capitale monetario, capitale merce, capitale produttivo, capitale merce valorizzato, capitale monetario aumentato e attraversa  i suoi stadi di cambiamento di forma  compiendo il ciclo  D-M….P…M’-D’. Il movimento a livello complessivo  è il risultato dell’intrecciarsi del gran numero di movimenti  dei capitali  individuali e delle loro parti. Qui sopra  abbiamo ricordato il solo ciclo del capitale monetario,  che inizia con la forma D ; è meglio ricordare che Marx mostra  che il capitale sociale complessivo  possiede sempre come condizione indispensabile  l’unità  delle tre figure del ciclo : inizio  con    D,  inizio con … P…, inizio con M’.
Dalla definizione , esposta appresso , della misura quantitativa di capitale sociale complessivo si nota che essa  presuppone l’esistenza di diversi capitali individuali. Coesistenza  che vuole dire :  aziendismo + mercantilismo  = sciupio di lavoro  della specie umana.
Questa molteplicità è una necessità del funzionamento della produzione capitalistica : ogni impresa , a parte  il caso dell’autoproduzione, produce per vendere e acquista  mezzi di produzione  da un’impresa  produttrice  e venditrice, per riunire così, ma solo sotto il dispotismo di fabbrica, i produttori salariati e le loro condizioni di lavoro.
“Un capitale universale che non abbia di fronte a se altri capitali con cui scambiare è perciò un assurdo. La reciproca repulsione di capitali è già implicita in esso,  in quanto valore di scambio realizzato.”
Questa è una caratteristica del capitalismo anche di  Stato ( funzioni di proprietà immobiliari finanza e impresa svolte da organi statali):  Una nozione della scienza economica marxista che permise oltre mezzo secolo fa,  indagando sulla struttura economica e sociale della Russia di allora, di smascherare, anche su questo aspetto il falso socialismo della Russia.
Alla denuncia  fatta sopra  dei nefasti  dell’aziendismo  si collega a  quella delle”soluzioni” aziendalistiche (cooperative, autogestione, consigli e controlli operai) : “ Il socialismo  è tutto nella negazione  dell’impresa capitalistica, non nella conquista di essa  al lavoratore aziendale “. “ Il programma è spezzare il limite dell’azienda e abolire ogni bilancio monetario”.
Secondo “I fondamenti del comunismo  rivoluzionario” con quelle buffe illusioni  di scorciatoie, che darebbero forme di produzione ancora capitalistiche, resterebbero  lotta e competizione fra aziende separate e contrapposte economicamente, invece di solidarietà cooperazione, organizzazione generale sociale
        
          Misura del capitale sociale complessivo

Ogni capitale  passa per una successione di forme ; ogni forma è punto di partenza di incessanti cicli suoi propri. Ogni capitale passa per la forma di capitale monetario da anticipare  D ; per la forma di capitale merce M  da immettere nel processo produttivo (mezzi di produzione e forza lavoro) ;  per la forma di capitale produttivo che non indica una misura di valore,  ma designa il processo produttivo ….P…. . Durante il processo produttivo  il capitale varia in grandezza,  aumenta di valore,  viene prodotto il plusvalore  ( i puntini indicano che  si è interrotta la circolazione mercantile) ; il capitale produttivo inizia il suo processo con il valore dei suoi elementi materiali, lo termina con il valore della merce prodotta, valorizzata dall’aggiunta di plusvalore ; quindi il capitale passa per la forma  M’ merce prodotta valorizzata ; poi per la forma D’ , capitale monetario aumentato.
Se si studia la crescita nel tempo del capitale, come variazione in quantità di valore di anno in anno, occorre prendere una di queste forme di funzione del capitale, che indichi una misura di valore, e seguirne la crescita con lo scorrere degli anni.
Consideriamo, a questo fine di individuare il corso storico del capitalismo, la misura del capitale sociale complessivo  data dal valore del prodotto merce valorizzato nel corso dell’anno ; è il prodotto merce fornito alla società per il consumo produttivo e improduttivo in quel dato anno ; è il prodotto appropriato dalla classe capitalistica ; è il capitale merce valorizzato nei processi produttivi dell’anno, che sarà realizzato in moneta dopo che i prodotti saranno  ultimati. Pertanto devono  essere considerati tutti i periodi di produzione dei vari capitali individuali e delle loro parti che sono in azione  nell’anno considerato : la somma dei valori della loro produzione  M’costituisce la grandezza di misura adottata.
Preso così questo metodo di misura vi sono processi di produzione  di cui contiamo il valore del prodotto, che ricadono per intero ,  o solo parzialmente, in questo anno, o che hanno una durata maggiore dell’anno ; nel quale quindi vi sono prodotti in corso di fabbricazione  la cui produzione è iniziata nell’anno precedente e quelli che saranno ultimati solo successivamente. Queste frazioni o parti di capitali merci individuali percorrono ciascuna il loro ciclo ; sono una frazione del valore intero del prodotto allorché è ultimato e pronto per la vendita.  Conteggiando queste frazioni di valori merce nelle scorte, possiamo considerare nella riproduzione normale del capitale che i flussi annuali di accumulo e prelievo di queste scorte si compensino.
Riassumendo : la misura adottata del capitale sociale complessivo (di un paese o del mondo capitalistico) è il valore  del capitale M’  valorizzato dell’anno preso in esame, il valore  della produzione  del capitale industriale nel settore industriale e agricolo capitalistico ; il capitale non è  capitale potenziale, latente, virtuale, fittizio ; non è immobilizzazione, stock,  patrimonio di valore, ma è flusso di valore mentre succhia lavoro vivo ; flusso ininterrotto di valore di cui,  nella schematizzazione a tempo discreto, quindi con grandezze discrete del capitale nelle sue  diverse forme e parti,  prendiamo il risultato  per i periodi degli anni solari,  o anche talvolta  per le rotazioni di capitale più brevi contenute nell’anno.

Nota – Esempio. Ci riferiamo allo schema della RS e al suo prospetto numerico. Consideriamo il prodotto merce valorizzato nel ciclo annuale ( per noi la misura del capitale)  M’ = 9000. Ossia  consideriamo la forma M’ fra le forme  D, M,…P…, M’, D’. Queste forme  per il capitale sociale complessivo, pur variando di valore e aumentando nel processo produttivo e solo in esso, sono tutte sempre presenti simultaneamente, contemporaneamente, in ogni istante ; mentre ogni sua parte aliquota invece attraversa quelle forme distintamente nella nota ordinata successione nel tempo.  Come negli esempi di Marx, quando vuole trattare grandezze quantitative misurabili ( come è di regola  per fare scienza),  prendiamo l’unità di misura £ St / settimana per il flusso di capitale merce prodotto. Facciamo l’esempio numerico : flusso = 180 £ St  / settimana, flusso supposto continuo e costante nel tempo, con un tempo di rotazione media di ogni parte del capitale di 5 settimane. Questo flusso, durante il periodo di conto economico , che anche per noi è quello di ogni dato anno, prendendo 1 anno  = 50 settimane, dà il capitale sociale complessivo  M’ = 180 £  St / settimana  x 50 settimane = 9000 £ St. (il valore lo diamo in questa forma di unità di misura , considerando i rapporti di valore fra le merci, compreso l’oro della moneta aurea, costanti nel periodo,  e avendo presente che nella riproduzione normale del capitale il prodotto  tutto M’ si trasforma , senza cambiare quantitativamente di valore ,dalla forma merce a quella di denaro).

Ancora sulla misura

Perché misuriamo  il capitale con il prodotto ciclico annuale ? E il capitale fisso ?
Il logorio del capitale fisso  c1 è parte del capitale costante circolante, insieme al valore c2 dei mezzi di produzione (oggetto o strumento di lavoro) consumati interamente nell’anno (c = c1+c2).
Marx a proposito della porzione del capitale fisso (macchinario, impianti, fabbricati ecc..) non definitivamente logorato , che continua a funzionare  : “ Questa porzione del capitale fisso  che continua a funzionar non esiste per noi, qualora consideriamo il valore dei prodotti”.
Un militante comunista rivoluzionario, per il quale  passione per il comunismo,  lunga esperienza internazionale di lotta, studio ininterrotto della scienza marxista sono state  caratteristiche ognuna  più grande di ciascuna delle altre, scrisse : “ più volte abbiamo faticato a convincere anche vecchi marxisti professi che per noi il capitale non è misurato dalla grandezza dei mezzi di produzione, ossia dal valore delle macchine, utensili, delle officine, selle scorte di materie prime, semi-lavorati, o di prodotti invenduti… il capitale è per noi la somma delle merci vendute in un ciclo, sia pure l’anno solare, la somma dei prodotti dell’anno di lavorazione .”
Diceva, ben ricordando che Marx aveva ben scritto : “ è nella produzione di capitale fisso che il capitale si pone fine a se stesso in una potenza più alta che non nella produzione di capitale circolante”.
Questa definizione di misura del capitale sociale complessivo ricorda che : 1) il capitale fisso è lavoro morto  (materializzato , oggettivato ), non genera di per se né valore né plusvalore, che vengono tutti  dal capitale variabile,  parte del capitale circolante ; 2) nel prodotto  che si assume come misura è compreso  il logorio del capitale fisso, è compresa  la produzione  della sezione I (mezzi di produzione anche di lunga durata) ; solo con la successione dei cicli del capitale circolante costituente il ciclo più lungo del capitale fisso si ha il completo recupero  monetario del logorio del capitale fisso e il rimpiazzamento materiale del capitale fisso definitivamente consumato ; 3) solo con la riproduzione ampliata del prodotto ciclico annuale si può avere la crescente produzione  e installazione di capitale fisso, necessarie  per accrescere la produttività del lavoro e diminuire il tempo di lavoro necessario al mantenimento e riproduzione dei salariati e quindi aumentare il pluslavoro.
Da notare quindi che, con  gli’incessanti cicli del capitale sociale complessivo , la scienza, patrimonio millenario dell’uomo sociale diventa in mano al mostro del capitale fisso un mezzo per aumentare  non il tempo libero dal lavoro, ma il sopralavoro.
Insistendo sui concetti di capitale e capitale fisso : per intendere il processo continuo di produzione di capitale dal capitale, quindi anche del capitale fisso, occorre seguire il capitale circolante, misurato dal prodotto sociale di un ciclo, e gli schemi della riproduzione esposti da Marx che   sono il mezzo più appropriato. Questo anche se ,vera potenza dominante, è il capitale fisso che progressivamente si appropria della gran parte del plusvalore prodotto dal lavoro vivente. E un meccanismo sociale impersonale di appropriazione da parte del capitale fisso  che , una volta progressivo e preparatore della società futura,  è ormai da tempo più che maturo per la sua distruzione. Ossia la trasformazione  del lavoro morto, dopo la morte in quanto capitale costante a ciclo lungo, da strumento schiavizzante a strumento liberatore del lavoro vivente. Questa rinascita in nuove funzioni dopo la distruzione è stata chiamata “ palingenesi del lavoro oggettivato”.
 Riassumendo alcuni punti fermi : tutto il valore passato al prodotto è capitale circolante (solita formula c+v+pv) ;  il capitale fisso ha un suo ciclo,  in genere di diversi anni, e in tale senso è anche esso capitale circolante, la sua circolazione  e riproduzione è particolare e si attua  attraverso quelle di più anni del prodotto annuale ; circolante e fisso si distinguono  per il loro periodo di riproduzione. Gli schemi  della  riproduzione  considerata normale del capitale sociale complessivo prendono in conto  anche i rimpiazzamenti  in denaro  e in natura  del capitale fisso , perché così è  nella riproduzione normale, dove  crisi e perturbazioni del processo sono compensate o superate.

La circolazione monetaria

Consideriamo la conversione in denaro  del capitale merce M’ in uscita dalla produzione , ossia i movimenti monetari necessari per la circolazione delle merce prodotte, che si trovano inizialmente nelle mani dei capitalisti ; questo valore, abbiamo ricordato, costituisce il capitale sociale complessivo dell’anno dato.
Ci limitiamo alla questione di come la distribuzione  dei periodi di produzione o parte di essi  presi in conto per tutto l’anno determini quando si collocano le fasi di trasformazione di forma D-M , M’- D’ e  m-d, d-m per il plusprodotto  per i vari capitali e plusvalori individuali ( l’atto M-D dei venditori è D-M per gli acquirenti,  così m-d e d-m per il plusprodotto).
Come collegare i tempi di produzione e i tempi di circolazione, avendo preso, nota bene, tutto l’ anno come tempo di produzione ?
Nell’esaminare il tempo di circolazione ( tempo di rotazione) del capitale Marx dice che il modo giusto per intendere il capitale in movimento non è quello di pensarlo in modo che tutto il valore del capitale passi ogni volta  d’un sol colpo da una fase all’altra, perché il processo produttivo e quello di circolazione mercantile così si svolgerebbero interrotti, discontinui nel tempo e tutto il ciclo del capitale procederebbe a sbalzi,  cosa non corrispondente  alla sviluppata produzione capitalistica. Ma occorre, dice Marx,  considerare il movimento dei capitali individuali nella sua realtà, cioè considerare “le diversi parti  del capitale, anche individuale, che attraversano  una dopo l’altra i loro cicli (del  capitale monetario, del capitale produttivo, del capitale merce) in maniera che il ciclo di tutto il  valore capitale si attui successivamente nel ciclo delle sue singole parti.” ( Qui si possono vedere le basi per un modello o schematizzazione a tempo continuo).
Più in dietro  nello studiare “ le 3 figure del processo ciclico “ Marx collega l’esame del movimento del capitale individuale a quello del capitale sociale complessivo : “ Solo  nell’unità dei 3 cicli  viene realizzata la continuità dell’intero processo,  invece dell’arresto trattato in precedenza. Il capitale sociale complessivo  possiede sempre  questa continuità e il suo processo possiede sempre l’unità dei 3 cicli.” – “ l’arresto trattato in precedenza” cui si riferisce qui sopra Marx è quello che deriverebbe da un capitale che passasse da  una forma di funzione (D,M,…P…M’,D’)  all’altra  istantaneamente , di colpo, come massa di valore unica , indivisa e indivisibile, che , se si trovasse tutta in una forma, non potrebbe contemporaneamente trovarsi in una delle altre.
I singoli capitali individuali con i cicli delle loro parti determinano  il fatto che alcuni processi di produzione si collocano,  pur nel periodo annuale fissato, al suo inizio oppure alla sua fine ; ogni periodo di produzione è preceduto da un periodo di circolazione D-M e seguito da un periodo di circolazione  M’-D’ ( ai quali si possono aggiungere i periodi di circolazione  di solo capitale monetario da prestito fra finanza e imprese). Nel primo caso (all’inizio anno ) l’anticipazione di capitale monetario  avviene nell’anno precedente e secondo caso ( alla fine anno) la realizzazione monetaria  del valore della parte di prodotto ( e riflusso monetario) si avrà nell’anno seguente.
Il valore di ogni singola merce  che fa parte del capitale sociale complessivo, di cui trattiamo, si suddivide in c+v+pv, quindi qualcosa di analogo a quanto sopra si  ha per la circolazione del plusvalore, per la cui produzione però non si ha avuta alcuna anticipazione di capitale monetario e per il plusprodotto resta il problema della collocazione  dei tempi  della sua  monetizzazione.  Si potrà avere monetizzazione  nell’anno in corso di un plusprodotto dell’anno precedente e un plusvalore prodotto nell’anno, ma monetizzato nell’anno seguente. Queste monetizzazioni di plusvalore avvengono con la spesa di reddito  per consumi improduttivi e con l’anticipazione di capitale monetario supplementare nel caso di riproduzione ampliata, ossia di capitalizzazione , ma  allora si tratta di un plusprodotto che contenga  mezzi di produzione e di sussistenza  supplementari.  Qui abbiamo ricordato  che la circolazione del plusvalore si attua con le compra vendite dei capitalisti, entrate e uscite monetarie  dell’insieme uguali. L’attenzione al confronto delle collocazioni relative dei tempi della circolazione monetaria e della produzione del capitale non deve fare dimenticare l’essenziale :  il plusprodotto dopo i giri monetari resta tutto nelle mani della classe capitalistica ; ad essa  non è costato nulla, ai salariati il pluslavoro.
Seguendo la sola circolazione monetaria non si vede il passaggio di ricchezza da classe a classe. Bisogna guardare non al mercato, ma alla produzione : nel mercato  scambi sempre fra equivalenti, nella produzione entrata e uscita sempre differenti. La produzione di plusvalore in ogni ciclo non si annulla mai, neanche nelle crisi.

Il monopolio del denaro

Quando si è considerato il movimento nei suoi cambiamenti di forma del capitale sociale complessivo come quello delle sue diverse parti dei diversi capitali individuali si è visto che  la distribuzione dei periodi  di circolazione mercantile, e di solo denaro fra finanza e imprese, è tale che parte di questi periodi si collocano fuori dal periodo annuale sul quale misuriamo il capitale sociale complessivo. Ma la circolazione monetaria, anche così distribuita nel tempo , riconsegna sempre intatto  alla classe capitalistica il monopolio fondamentale del denaro, che essa detiene insieme a quello di mezzi produzione . Qualunque sia la durata temporale dei circuiti monetari,  guardando al flusso continuo,  della riproduzione normale del capitale( purtroppo suddiviso in periodi annuali solo per esigenze di metodo di misura), vale sempre l’asserzione che la classe capitalistica è unico punto di partenza e unico  punto di riflusso del denaro, sia che essa lo anticipi come capitale, sia che lo spenda come reddito.
Questa tesi è esposta ripetutamente nel II  libro de”Il Capitale”. Ciò vale quindi per il sistema bancario, quale organo accentratore, organizzatore e monopolizzatore del denaro, anche nella forma di moneta di credito, sistema rappresentante il capitalista monetario collettivo.
Marx,  trattando  gli schemi della riproduzione normale del capitale e le conversioni delle merci fra i settori della produzione  tramite la circolazione monetaria, fa due considerazioni : 1) precisa il significato di monopolio del denaro ; 2) dà  il fondamento per la successiva  analisi del credito del sistema bancario. In questo secondo punto chiarisce, nella forma stringata dell’ inciso, la funzione del capitale monetario da prestito. Nella  funzione del capitale finanziario il capitale monetario va dal monopolio del denaro (proprietà) al capitale  industriale attivo.  Questa è una funzione tanto più necessaria quanto più il capitalismo è sviluppato ; non è affatto miracolosa, ma solo improduttiva  e consumatrice ;  infatti è presente  nelle fasi di circolazione del capitale, distinte dalla produzione. Questo carattere improduttivo non è contraddetto dal fatto che più rapido è il passaggio  del capitale monetario dalla finanza all’impresa,  a parità di altre condizioni, maggiore è il numero delle rotazioni e il prodotto di valore nell’anno. Di passaggio osserviamo : il capitale sociale complessivo non può arricchirsi  senza produzione di plusvalore ; scendendo dal livello complessivo al caso particolare, le categorie di agenti che assicurano la funzione improduttiva di circolazione del capitale monetario dalla proprietà  all’impresa non sono e non vogliono essere capitalisti industriali, consumano semplicemente i loro redditi monetari, tanto più generosi quanto più è vecchio il capitalismo. Con questo consumo sottraggono quote di plusvalore all’accumulazione generale ; ma il paese, dove per ragioni storiche, ha sede una importante piazza finanziaria internazionale, appare invece  ricco,  prospero e potente. Finché c’è plusvalore di cui appropriarsi senza produrlo.
Marx fa le due suddette considerazioni quando richiama la legge  del riflusso del denaro al suo punto di partenza, vigente nella riproduzione normale del capitale. A quel punto, di passaggio, osserva : “Donde, per inciso, consegue che , se dietro ai produttori di merce  in generale sta un capitalista monetario, il quale anticipa al capitalista industriale capitale monetario (nel senso più stretto della parola, cioè valore – capitale in forma di denaro), il vero e proprio punto di riflusso di questo denaro è la tasca del capitalista monetario. In questo modo, sebbene il denaro circoli più o meno per tutte le mani, la massa del denaro circolante appartiene alla sezione del capitale monetario organizzata e concentrata in forma di banche ecc. ;  la maniera  con  cui  questa  anticipa   il suo  capitale  (circolazione D – D prima di D – M .. P.. M’) determina  il costante riflusso finale verso di essa in forma di denaro ; sebbene questo si attui a sua volta mediante  la ritrasformazione del capitale industriale in capitale monetario" ( solo a seguito e dopo di  M’ – D’ ).
  Il ciclo del denaro (da non confondere con il ciclo del capitale monetario, capitale in atto che passa anche  per la forma denaro) è quello necessario : 1) alla circolazione del capitale costante e variabile ; 2) alla circolazione del plusvalore  fra i suoi possessori, sia come  spesa e entrata monetaria dei capitalisti per consumi non produttivi, sia come anticipazione e riflusso di capitale monetario addizionale per l’accumulazione.
 L’illustrazione del ciclo monetario (costituito dai movimenti di solo denaro) può essere vista nello schema della riproduzione semplice, dove c+v = 6000+1500 è capitale monetario anticipato e rifluito e pv = 1500 è sia spesa sia monetizzazione del plusvalore. Riscontro analogo si può fare per lo schema di partenza della riproduzione allargata, per il quale si aggiungono  le quote di plusvalore capitalizzato    Δ c+ Δv = 650 fatto circolare dal denaro anticipato e rifluito di capitale monetario addizionale ( grafo  R,A.) Nei grafi è in evidenza il monopolio del denaro detenuto dalla proprietà, funzione separata da quella del capitale ; basta seguire  le linee chiuse di colore verde (movimenti di denaro senza mutamento ne di forma ne di grandezza di valore) : entrate ed uscite  dei flussi di denaro, di competenza di ogni ciclo, sono uguali.
Le leggi del riflusso del denaro in partenza dal monopolio di questo, per anticipo come capitale monetario nel ciclo del capitale industriale e per spesa di reddito per la circolazione monetaria del plusvalore appropriato in ogni ciclo, si possono constatare nei grafi degli schemi della riproduzione del capitale: quindi si possono studiare le ironie di Marx.
Queste riguardano le rappresentazioni borghesi del capitale monetario produttivo di interesse, come "feticcio automatico", come "fonte arcana" dell'interesse, come  "denaro che da solo produce denaro", come divinità "Moloch", che divora "tutto il plusvalore futuro che il genere umano potrà ancora produrre". Oggi una forma di queste rappresentazioni borghesi è quella delle fantasie di immaginaria  cosi detta finanziarizzazione generale dell'economia capitalista.
Quando i membri della società si sono riconosciuti come produttori direttamente e liberamente associati, la distribuzione della produzione  tramite lo scambio e la circolazione del denaro è sparita e con essa è scomparso il monopolio del denaro.

L'intervento del capitale commerciale

Nell’esame del capitale sociale complessivo abbiamo supposto, per i motivi detti, la vendita diretta delle merci dalla produzione al consumo. Ora di passaggio consideriamo il ruolo  del capitale commerciale nelle fasi  di circolazione mercantile del capitale  sociale complessivo.
Consideriamo nulla  la vendita  diretta al consumo da parte delle imprese produttrici; il capitale commerciale  compra dal capitale industriale tutte le merci (del valore  9000, caso RS) al prezzo  B, che è la parte del suo capitale destinata  all’acquisto (al capitale industriale, ragionando  con la formula del ciclo del capitale monetario, avendo esso anticipato 7500 = c+v e incassato B, resta il profitto pi = B-7500 ) . Il capitale commerciale  spende  la somma  b in salari per i lavoratori commerciali , la somma  K corrispondente al consumo annuo  di attrezzature  e materiali per gli uffici e al logorio degli edifici. Vende al loro valore  tutte le merci acquistate , con profitto pari pc = 9000 – (B + K + b), ossia  vende al settore industriale  i mezzi di produzione  e i mezzi di sussistenza per  i lavoratori produttivi per l’esercizio della produzione , vende  i mezzi  di consumo e di lusso ai capitalisti industriali e relativi compartecipi alla  spartizione di questo profitto pi, vende mezzi di sussistenza per i propri lavoratori commerciali, recuperando la spesa b ,   vende  a se stesso  le attrezzature ecc… e recupera la somma  K, vende  e acquista da se stesso  i mezzi di consumo e di lusso , spendendo e guadagnando in moneta  la somma  pc, ma ottenendone il godimento del consumo personale.
 Anche qui  sono le compravendite dei capitalisti a fare circolare il plusvalore.  L’esempio illustra il fatto che tutto il prodotto , tutto il valore  e tutto il plusvalore sono creati dai lavorativi produttivi del settore industriale,  che per noi comprende quello agricolo a conduzione capitalistica .
Da notare che il consumo personale dei capitalisti commerciali,  le attrezzature delle loro imprese , i mezzi di sussistenza dei lavoratori del commercio ( anch’essi danno pluslavoro permettendo  ai loro padroni di intascare il profitto pc, parte di quello ceduto dal capitale industriale e da esso appropriato di prima mano ; anche per essi il valore  della loro forza lavoro è determinato dal costo di produzione e riproduzione di questa forza), sono merci  destinate al consumo improduttivo ; ovvero non entrano di nuovo nella riproduzione  del capitale industriale.
Questi consumi del settore commerciale sono “false spese” (tempo di lavoro umano sciupato) della circolazione mercantile e non costi della produzione, il cui tempo di lavoro nel processo produttivo in loro assenza viene ridotto.
Secondo il marxismo “ la società comunista sopprime  ogni falsa circolazione e serba solo quella dovuta alla natura delle cose e non allo scambio”.
L’esempio e lo sciupio sociale si comprendono meglio tenendo presente il nefando aziendismo di imprese economicamente distinte, industriali e commerciali. Possiamo schematizzare la circolazione esaminata, dicendo che il settore industriale vende e ricompra  la stessa massa di merci prodotte trattando sempre con il settore commerciale (cedendo a questo la parte di produzione costituita dalle  “false spese” di circolazione)  e che il settore commerciale vende e compra trattando con se stesso ;  qui il termine settore comprende le funzioni di proprietà immobiliare e  finanziaria, di impresa e dei salariati. Questa è la schematizzazione della distribuzione dalla produzione al consumo nel capitalismo. Il comunismo è antimercantilismo,  con esso sparisce  la distribuzione  con il mezzo dello scambio mercantile e monetario .

RIPRODUZIONE NORMALE

La definizione di Marx

Nel capitolo sulla circolazione del plus valore Marx espone quale metodo  intende seguire per individuare i meccanismi che la determinano.
Egli intende studiare la “riproduzione normale” : questo modello, dice , si ottiene “prescindendo da perturbazioni che impediscano la riproduzione anche su scala data”. Si tratta di  una definizione; e aggiunge : “O ha luogo una riproduzione su scala semplice . ovvero ha luogo  capitalizzazione del plusvalore, accumulazione.”
Questo metodo riguarda poi anche lo studio della riproduzione del capitale sociale complessivo e gli schemi della riproduzione semplice e ampliata.
La considerazione della riproduzione normale permette di individuare quali sono le condizioni affinché varie cause di perturbazione permettano complessivamente in un periodo di tempo un andamento “normale”. Al contrario, le assenze di queste condizioni sono condizioni per le crisi. Per l’andamento “normale” possiamo considerare una successione  di cicli annuali presa sulla curva del corso storico del capitalismo (vedi paragrafo).  E studiando la riproduzione normale che vien sviluppata la III  sezione del libro II de “Il Capitale”, quella della riproduzione e circolazione del  capitale sociale complessivo. Queste condizioni sono necessarie per la ripetizione regolare e periodica del capitale, “anche su scala data”,  quindi almeno della riproduzione semplice.
La riproduzione del capitale si attua con lo scambio delle merci con l’intervento del denaro (circolazione delle merci ), e significa il ripristinarsi ( rotazione,  restaurazione )  del capitale nelle sue diverse parti, costante, variabile, fisso e circolante e nelle sue diverse forme ( capitale monetario, merce, produttivo). Nella riproduzione normale questo ripristinarsi deve avvenire con grandezze di valore  uguali o crescenti all’inizio dei cicli annuali di riproduzione normale. Ciò riguarda le diverse parti  e le diverse forme suddette, sia  per il capitale sociale complessivo , sia  per i capitali  delle sue due ripartizioni (sez. I e II) e per le ripartizioni complementari di ciascuna delle due sezioni (se distinte  come acquirenti  unilaterali , ossia  detesauritatrici  e venditrici unilaterali ossia  tesaurizzatrici; questi due tipi di operazioni opposte   si devono bilanciare  nel ciclo di riproduzione normale con uno scambio di ruoli per pari importi di valori,  merce e denaro).
Il ripristinarsi ad ogni ciclo  di riproduzione normale riguarda anche i fondi e riserve monetarie della classe capitalistica  funzionanti in espansione  e contrazione per i cicli del capitale, quelli per il consumo   personale dei capitalisti e riguarda anche  le scorte  per il consumo produttivo  e i mezzi di consumo.
Il ripristinarsi del  capitale variabile  è il riflusso del relativo capitale monetario anticipato che ritorna al monopolio di partenza . Questo riflusso  richiede che  tutto il monte complessivo dei salari sia speso in acquisti di mezzi di consumo presso le imprese. Solo così queste nel complesso delle due sezioni possono fare rifluire tale somma, come  rimborso del finanziamento, alla proprietà del capitale monetario, (vedi RS e RA, grafi e schemi a sezioni  riunite).
Ovvero : nella riproduzione normale, quindi nel corso storico   del capitalismo, il reddito monetario dell’insieme dei lavoratori è  tutto speso in consumi reali ; le diavolerie finanziarie  del capitale fittizio (prezzo di borsa dei titoli di diritti su plusvalore futuro) per l’insieme complessivo della classe operaia non possono modificare questa verità.
Per ogni periodo di riproduzione normale vale la legge del valore : nessuno può ottenere  merci senza dare in cambio merci di eguale valore, determinato dalla quantità di lavoro  vivo e morto socialmente necessaria alla loro produzione ; se la circolazione delle merci è monetaria con denaro propriamente detto,  questo è esso stesso merce, merce equivalente generale.  Quando il venditore di merce diventa creditore e il compratore diventa debitore,  la compensazione fra l’ottenere merce di dato valore  e il dare merce di equivalente valore può non essere immediata, ma non può essere  a scadenza indeterminata ; in ogni periodo  di riproduzione normale del capitale sociale complessivo i pagamenti reciproci  si sono conclusi.

Anche in quanto detto poco sopra circa lo scambio fra capitale e insieme dei salariati riscontriamo che nella riproduzione normale  del capitale sociale complessivo vige la legge del valore,  dato che il valore della forza lavoro è giusto quello dei mezzi di consumo necessari alla sua produzione e riproduzione.

Nel capitalismo non si conoscono consumatori produttivi o no non paganti. Nel comunismo si dà e si prende senza contare ; non vi sono conteggi  in moneta, ma solo rilevazioni e calcoli su quantità numeriche fisiche, la produzione di valore e il denaro non esistono. E una contabilità necessaria  per i piani di produzione , guardando ai bisogni della specie umana.
Considerare  la riproduzione normale  non è una semplice astrazione per studiare semplificato un problema particolare ; perché quando si vuole considerare il carattere generale storico del corso del capitale sociale complessivo si deve ben studiare  la riproduzione normale, come sopra definita da Marx ; si prescinde da cause esistenti di perturbazioni , ma perché queste effettivamente vengono compensate e superate durante e con le crisi e le guerre con sofferenze e drammi di milioni di proletari. Il capitalismo ha finora superato le crisi ricorrenti , ben delineando  nel passato  e per il futuro che gli resta,  il corso storico di demente e infernale accumulazione ; a partire dal periodo della sua nascita  con la violenza dell’accumulazione primitiva per arrivare alla sua morte con la violenza  della rivoluzione proletaria. Se si tratta di analizzare il capitalismo per dedurne le leggi generali, si deve considerare  la riproduzione normale, o nell’esperienza storica il corso del capitalismo mondiale.

Riproduzione normale e capitale fisso

Lo schema della riproduzione normale ha importanza nella questione della restaurazione  del capitale fisso definitivamente consumato. Si diceva  in un nostro scritto, con efficace ed ironico  ragionamento per assurdo : “…non è per opera  dello Spirito Santo che è già pronto un capitale fisso…Questo è il risultato di accumulazione di plusvalore di generazioni di proletari salariati, cristallizzato in lavoro morto…”.Dai cicli del capitale circolante proviene questo plus valore accumulato e appropriato dal capitale fisso.
Per intendere la questione  facciamo riferimento a un sufficiente periodo di riproduzione normale, composto da ripetuti cicli del capitale sociale complessivo (capitale circolante). Marx enuncia le condizioni affinché la restaurazione del capitale fisso ( totalmente consumato e il cui valore è stato tutto trasferito nel prodotto del capitale circolante) non porti a perturbazioni che impediscano  la riproduzione normale del capitale. Le condizioni sono le seguenti : 1) In ogni periodo che sia di riproduzione normale, il valore del capitale fisso che viene rinnovato completamente in forma naturale  deve essere pari alla tesaurizzazione in forma di denaro del logorio del capitale fisso che continua nello stesso periodo a funzionare. 2) Affinché gli scambi di merce, che permettono le due operazioni, avvengano in maniera normale devono essere rispettate le due seguenti condizioni :  a) la parte  di capitalisti che detesaurizza per acquistare il capitale fisso deve compensare , nel periodo assunto di riproduzione normale, questa operazione di semplice acquisto con una  di semplice vendita di prodotto e così, tesaurizzando mantenere costanti le sue riserve monetarie ; b)  la parte di capitalisti che vende il nuovo macchinario destinato a capitale fisso deve compensare nel periodo questa semplice vendita  (e tesaurizzazione connessa ) con un semplice acquisto di merce ( e detesaurizzazione ) ; merce che è venduta dall’altra parte di capitalisti.
Si comprende che queste condizioni regolarmente non siano rispettate e che regolarmente la restaurazione del capitale fisso comporti crisi ricorrenti del capitale sociale complessivo.
Se utilizziamo  il diagramma del corso del capitalismo mondiale nell’esperienza storica (vedi capitolo seguente) determiniamo periodi di riproduzione normale del capitale sociale complessivo che definiamo periodi di decorso normale della forma capitalistica. In questi periodi le crisi sono state superate, quelle condizioni suddette complessivamente nel periodo sono state raggiunte con le crisi. Ossia i cicli ripetuti del capitale circolante hanno consentito il rimpiazzamento  in natura e in denaro del capitale fisso. Non solo, con l’accumulazione si ha anche l’accrescimento del capitale fisso in massa di valore e in capacità di potenziare la produttività del lavoro, secondo  l’invasata esigenza impersonale del capitale.
Nota.  Queste forme  e dimensioni nuove del capitale fisso comportano che “una massa ingente di macchine e attrezzi inutilizzati o comunque non in grado di produrre con le proprietà competitive dei più moderni giace inerte. “  Ecco un altro motivo di sciupio di lavoro umano presente nella forma capitalistica di produzione ; lo sciupio deriva dall’assenza di una consapevole generale organizzazione e di un piano della produzione .
L’economia marxista descrive il rapporto fra capitale circolante e capitale fisso come un rapporto dialettico. L’effetto ( il capitale fisso) esalta la sua causa  (il capitale circolante).   Se per assurdo considerassimo che questa corsa non venga spezzata, avremmo una crescita illimitata di entrambi ; ossia avremmo un processo insostenibile. Processi permanenti con questa legge non esistono in natura , nella fisica e nella biologia. Ci penserà la rivoluzione comunista.

IL CORSO DEL CAPITALISMO MONDIALE

Il corso del capitalismo mondiale è individuabile sperimentalmente in base ai dati statistici universalmente accettati dalla stessa classe  capitalistica mondiale ( Bollettino ONU e centri di contabilità nazionale e internazionale).
Questo lavoro sui dati statici, utilizzando quelli della produzione industriale, è stato fatto durante un periodo di vari decenni dal  P.C. Internazionale. Ora è raccolto in un testo dal titolo : “ Il corso del capitalismo mondiale nella espérienza storica  e nella dottrina di Marx. 1750-1990 edizioni “Il Partito Comunista “ del P.C. Int. – Firenze.
Il metodo per individuare alla grande scala storica l’andamento cercato “consiste nel tracciare al di sopra della linea di ciascun diagramma di ciascun capitalismo  ( degli indici della produzione industriale anno per anno) una linea che lo inviluppi superiormente, ossia tocchi collegandoli i massimi temporanei, al di sotto dei quali restano i vuoti delle crisi e delle grandi guerre, soprattutto quelle perdute… “
Dalle curve inviluppo dei massimi crescenti ( escludendo i massimi relativi compresi fra due più alti) del capitale misurato con la produzione annuale di capitale merce, eliminato l’aumento dei prezzi monetari,  si deducono le caratteristiche  del corso del capitale.
Le curve inviluppo dei massimi relativi crescenti sono costituite da archi di curva che presentano  incrementi annui assoluti crescenti e incrementi relativi annui decrescenti, quindi si tratta di archi di curva con la concavità verso l’alto. Questi individuano la caratteristica del corso storico di ogni capitalismo nazionale e di quello mondiale. Questa caratteristica  storica è appunto quella di incrementi assoluti annui sempre crescenti, incrementi relativi annui sempre decrescenti , di un decorso generale storico schematizzato da una curva della produzione di capitale in funzione del tempo a concavità verso l’alto ma tale da rispettare  la condizione di incrementi relativi nel tempo decrescenti.
Il diagramma quindi non è una retta,  neppure a pendenza positiva nel tempo, non è quello di una successione aritmetica crescente, ma è una curva a crescita accelerata a incremento relativo decrescente. Ciò collima con la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto, che si accompagna all’aumento della sua massa.
Marx  nel capitolo sulle contraddizioni della legge afferma : “Caduta del saggio di profitto e acceleramento dell’accumulazione sono soltanto espressioni diverse di un medesimo processo, in quanto entrambi stanno ad indicare  lo sviluppo  della forza produttiva .”
E più avanti :” e in tale modo , a parte la sua svalutazione  che deriva  dall’aumento della forza produttiva , il corso del capitale o la sua accumulazione continua ad avanzare con un vigore che dipende dalla forza che già possiede e non dal saggio di profitto”. Con la matematica possiamo dire : la velocità di crescita ( derivata) del capitale  cresce al crescere del capitale, funzioni entrambe crescenti  del tempo, nel campo non infinito nel passato e nel futuro, perché parte di quello della successione delle forme di produzione.
Sopra Marx  considerando  la svalutazione del capitale fa un cenno alla caratteristica della produzione capitalistica  per cui si ha  aumento della produttività del lavoro e diminuzione di valore di ogni data merce, e quindi , accumulazione a parte,  del capitale produttivo ; diminuzione di valore , che “il capitale supera comunque, perché esso esiste e può continuare a esistere solamente fino a che  il valore del capitale viene valorizzato”  ; il fattore dell’accumulazione deve vincere quello della svalutazione.

Strumento di lotta

Lo studio dei caratteri del corso del capitalismo non risponde solo  alla fondamentale esigenza di conoscere il meccanismo che si vuol distruggere al dato periodo imposto dalla storia, ma è anche un buon strumento di battaglia  politica. Lo è stato nella battaglia contro lo stalinismo, lo è nella battagli contro il gradualismo.
Negli anni 50-60  lo stalinismo  controrivoluzionario dalla Russia  inondava il mondo con la sua possente propaganda del falso socialismo, argomentando sulla poderosa crescita della propria produzione industriale ; questa veniva condotta con piani quinquennali per una  accumulazione forsennata di capitale ; la crescita veniva spacciata  come superiorità del sistema , come prova di una società superiore e socialista in Russia .
A ciò  il P.C. Int. ribatteva  durante quegli anni che il sistema economico operante in  Russia si identificava con quello degli altri paesi capitalistici concorrenti proprio per i seguenti caratteri :  1)  l’aumento bruto crescente della produzione , 2)  la discesa  del sua incremento relativo ,  3) la necessità di aumentare in progressione più che aritmetica il prodotto , giusto per combattere la discesa  del tasso di profitto  con l’aumento della sua massa ( il tasso di profitto  in Russia era dichiarato assente).

Interpretazione schematica

La concezione marxista del moto storico alla quale conduce l’esame del corso storico del capitalismo si trova nello scritto del P.C. Int. : “ L’interpretazione schematica dell’avvicendamento dei regimi di classe nel marxismo rivoluzionario”.
“Il concetto marxista della caduta del capitalismo non è quello che esso per una fase storica accumula, e un’altra si affloscia  e si svuota per conto suo. Questa era la tesi dei revisionisti pacifisti. Per Marx il capitalismo  cresce senza posa al di là di ogni limite. La curva del potenziale mondiale capitalista non ha una dolce salita, poi rallenta e conduce un dolce declino ; al contrario essa sale fino a un brusca immensa esplosione, che spezza  ogni regola di andamento del “ diagramma storico” e chiude l’epoca  della forma capitalistica di produzione. E nel diagramma  della successione delle forme di produzione ( feudalesimo, epoca capitalistica , socialismo) il potenziale produttivo ed economico generale sale sempre …, finché l’equilibrio non è rotto e  si ha una fase esplosiva rivoluzionaria, nella quale in un brevissimo  periodo precipitoso col rompersi delle forme di produzione antiche  le forze produttive  cadono  per darsi un nuovo assetto e riprendere una più potente ascesa. “

La legge generale del Comunismo

Il corso del capitalismo ne mette in evidenza  lo specifico carattere: quello  della cieca e impersonale esigenza  dell’accumulazione,  una legge che condanna la specie umana a sempre maggiori sofferenze , il che dimostra la necessità della morte del capitalismo.
Il titolo che abbiamo ora utilizzato è quello di un paragrafo degli scritti citati sul Corso del capitalismo mondiale, in cui si commenta  ciò che scrive Marx sulla legge generale dell’accumulazione capitalistica : “la  legge secondo la quale una massa sempre maggiore di mezzi di produzione , grazie al progresso della produttività del lavoro sociale,  può essere posta  in azione tramite un dispendio di forza lavorativa sempre più piccolo, tale legge (e si sottolineava per i lettori frettolosi che qui  Marx si riferisce  alla legge  della società comunista ) si cambia , nell’ambiente capitalistico , in una legge contraria, per la quale non è l’operaio che impiega i mezzi, ma sono i mezzi di lavoro che impiegano l’operaio, in maniera che quanto più elevata è la forza produttiva del lavoro, tanto più forte è la pressione degli operai sui mezzi della loro occupazione e quindi tanto più precaria  è la loro condizione di esistenza : vendita della propria  forza lavorativa per l’aumento della ricchezza altrui, ossia per l’autovalorizzazione  del capitale.”

Un modello predittivo

Il modello del capitalismo nella riproduzione  normale non è solo descrittivo e interpretativo,  ma anche predittivo.
La crescita nel tempo del capitale sociale complessivo è una crescita assoluta sempre crescente ; non può essere sostenuta indefinitamente. E una crescita quasi esponenziale ; diciamo “quasi”,  perché a una crescita esattamente esponenziale corrisponde un incremento relativo costante, non decrescente.
L’esame alla grande scala  storica del corso del capitalismo mondiale permette di prevedere il suo futuro, ossia  l’abbattimento rivoluzionario ;  senza neanche considerare a suo carico le aggravanti micidiali delle sue crisi delle sue guerre ; dalle quali si prescinde nello studio della riproduzione normale del capitale sociale complessivo.
Il capitalismo non può avere vita eterna . L’ organismo sociale ed economico morituro verrà schiantato nelle sue crisi e guerre. E non è necessario ricorrere all’esame dell’accumulazione crescente per spiegare le crisi ricorrenti ; la ricerca delle cause delle crisi si trova nell’esame della riproduzione semplice.

ACCUMULAZIONE MONETARIA E ACCUMULAZIONE REALE

Tesaurizzazione parziale o generale

Marx, prima di passare alla rappresentazione con gli schemi della riproduzione ampliata del capitale affronta questo problema : se si considera un capitale individuale, per raggiungere una massa sufficiente di capitale monetario da anticipare si deve avere un’accumulazione in forma monetaria (tesaurizzazione), distribuita su più cicli, preliminare, e poi con quella avviene in seguito l’effettivo ampliamento della scala della produzione di quel singolo capitale, la vera  crescita del  suo   capitale produttivo. Invece, considerando  il capitale sociale complessivo una generale accumulazione monetaria come necessaria premessa all’accumulazione reale di capitale è impossibile, è impossibile una tesaurizzazione generale simultanea di tutte le imprese, preliminare all’investimento ; il dirlo disturba la propaganda per i bassi salari ( vedi La circolazione  del plusvalore II).
L’accumulazione monetaria  parziale non generale per i singoli capitali individuali è possibile, perché una parte dei capitalisti tesaurizza, vende senza comprare altrettanto, mentre l’altra parte fa il contrario, detesaurizza, compra senza vendere altrettanto. Le due somme  monetarie devono sempre equivalersi e in totale annullarsi  (vendita e compera  sono un atto identico nella relazione  fra possessori di merci, parte tesaurizzante, e possessori di denaro, parte detesaurizzante). La parte che tesaurizza e non accumula realmente e la parte  che detesaurizza e accumula realmente in un periodo di riproduzione normale si scambiano qualitativamente e quantitativamente i ruoli.
In un periodo di riproduzione normale del capitale sociale complessivo i pagamenti reciproci si sono conclusi, anche se le merci sono circolate  grazie al credito. Gli scambi di merci sono stati scambi di valori equivalenti  con movimenti in senso opposto equivalenti di denaro ;  il monopolio generale del denaro, fondi e riserve monetarie,  a parte apporti di denaro addizionale, sono complessivamente invariati, ripristinati al termine del periodo  per l’inizio del ciclo successivo ;  ossia tesaurizzazione  (ritiro dalla circolazione monetaria attiva, vendendo senza comprare) e detesaurizzazione ( immissione  nella circolazione, comprando senza vendere) si compensano.
In effetti la questione della possibilità ( che neghiamo) dell’accumulazione  monetaria generale si pone tutta  all’interno della circolazione del plusvalore ; in quanto :
1)     nel nostro modello (sistema capitalistico puro, due classi , classe capitalistica che comprende  tutti i partecipanti  alla spartizione del plusvalore e classe operaia) la classe operaia nel suo complesso  non può costantemente tesaurizzare ;ogni anno  il suo reddito monetario  come potere d’acquisto  è pari al suo consumo reale, altrimenti non ci sarebbe  il normale riflusso del capitale monetario variabile ; il modello è coerente col fatto che nel corso storico del capitalismo  il proletariato  nel suo insieme  non può liberarsi dalla necessità assoluta di vendere la sua forza lavoro, non può diventare  capitalista monetario  in un impossibile capitalismo senza classe operaia  ;
2)     la tesaurizzazione generale non può riguardare  il circuito di anticipazione  di capitale monetario  e relativo riflusso , necessario per l’esercizio della riproduzione del capitale almeno su scala data, come è nella riproduzione normale  o nel corso storico del capitalismo .
Così circoscritta  la questione , basta osservare che  affinché  tutti i capitalisti  riescano  a monetizzare il proprio plusprodotto da capitalizzare  e tesaurizzarlo  per più cicli , essi dovrebbero  tutti vendere  il proprio plusprodotto  senza comprare plusvalore da capitalizzare . Cosa impossibile  perché ( vedi “La circolazione del plusvalore”) solo le compravendite dei capitalisti industriali monetizzano il plusvalore, (qui i capitalisti industriali sono quelli che si appropriano per primi del plusvalore  e rappresentano tutti gli altri che partecipano alla  spartizione della somma del plusvalore, già determinata nella produzione .)
Marx  fa notare che  come unica possibilità di tesaurizzazione generale  simultanea dei capitalisti si dovrebbe fare ricorso a una creazione di denaro addizionale  ; Marx in generale considera la circolazione monetaria  con denaro propriamente detto, merce equivalente generale per ragioni di metodo scientifico e storico e avendo chiarito che  la  cosiddetta  “economia creditizia” altro non è che una forma sviluppata dell’economia monetaria che si studia più efficacemente con quella ipotesi.

Lo sciocco presupposto

Per indagare  la possibilità di tesaurizzazione generale e simultanea si potrebbe fare intervenire a scopo di studio  l’ insieme produttore d’oro  che acquistasse  ogni anno merci  ( mezzi di produzione e sussistenza  per il settore oro) per un montante pari al plusvalore annuo dei settori non produttori d’oro, a meno di quello  destinato al consumo personale. E ciò il produttore d’oro lo può effettuare utilizzando  il proprio sovraprodotto in oro,  che sarebbe già denaro utilizzabile  per la ipotetica generale tesaurizzazione. Dice Marx : sarebbe uno  “sciocco presupposto”,  perché in tale caso i capitalisti industriali ( non oro)  non avrebbero più mezzi di produzione e di sussistenza componenti il plusvalore da impiegare  nell’allargamento del processo produttivo (lo scopo della tesaurizzazione) ; l’accumulazione reale sarebbe bloccata, solo il produttore d’oro potrebbe a prima vista fare avanzare la sua produzione. Questa però sarebbe destinata a una crescente  sproporzione  con il settore non produttore d’oro , bloccato.
La creazione di denaro addizionale non ha annullato il problema dell’ impossibilità del generale  “risparmio monetario” del capitale sociale complessivo .

L’intervento del sistema bancario

In analogia con lo “ sciocco presupposto” del produttore d’oro  si può considerare  la presenza  del sistema bancario a scopo di studio. Supponiamo che il sistema bancario  acquisti dalle imprese il plusprodotto,  che dovrebbe essere  monetizzato, accreditando progressivamente  sui loro c/c la somma equivalente ( creazione di moneta di credito scritturale). Ripercorrendo  gli stessi ragionamenti logici si ottiene lo stesso risultato precedente  : blocco dell’accumulazione di capitale. Per il sistema bancario, che si troverebbe in possesso di mezzi di produzione e di consumo, l’utilizzo di questi  per accrescere la sua attività bancaria  si scontrerebbe con il fatto che il capitale industriale è bloccato nel suo sviluppo. “ Le altre specie di capitale (oltre quello industriale, quelle che si appropriano di plusvalore, ma non lo producono)  non si muovono più (dopo il superamento delle economie  precapitalistiche) che sulle basi del capitale industriale  e con esse vivono e muoiono, persistono e cadono “. Il demone è il capitale industriale.
Possiamo considerare ancora il credito bancario propriamente detto, cioè un’ operazione, dice Marx, in cui  il sistema bancario  crea direttamente moneta (di credito come mezzo di circolazione), semplicemente aprendo un conto corrente. Grazie ad esso le imprese industriali e commerciali, debitrici , diventano depositanti fittizi , devono pagare un interesse,  restituire la somma accreditata, avendo ottenuto un vero anticipo di capitale monetario, perché non hanno ceduto nulla , diversamente dall’esempio precedente.
Nello schema e grafo  della riproduzione allargata ciò  può essere illustrato dalla anticipazione (prestito, D – D, dal monopolio del denaro all’insieme imprese pure senza proprietà) e dal riflusso (restituzione, D – D , allo stesso monopolio, interessi da questo incassati e spesi a parte, distinti)  del capitale monetario addizionale. Questo è anticipato per acquistare mezzi di produzione e forza lavoro addizionali per ampliare la  produzione. (In questa sfera della pura circolazione del denaro, D – D e D’ – D’ vengono cercate  dalla borghesia  le origini primarie,  le cure miracolose, le prevenzioni garantite delle crisi del capitalismo ).
E qui  importante notare che questi mezzi di produzione  addizionali  e questi mezzi sussistenza per la forza lavoro addizionale  devono essere già prodotti , come argomenta Marx nel capitolo su accumulazione e riproduzione  ampliata.
Nota. A proposito del credito bancario propriamente detto, così come il capitalista, in quanto capitale personificato, è distinto come funzione dal capitalista persona umana, necessariamente consumatore improduttivo gaudente, così il sistema bancario ha diverse funzioni ben distinte : creatore di moneta di credito, quindi di depositi fittizi (credito bancario propriamente detto) ; raccoglitore di risparmi monetari depositati e prestatore di capitale su depositi;  cassiere delle imprese (commercio del denaro) ; commercio di titoli fruttiferi ; ecc..
Il denaro per ampliare la produzione  serve come capitale monetario addizionale per comperare mezzi di produzione addizionali e forza lavoro addizionale di lavoratori disoccupati, i quali a loro volta devono acquistare mezzi di sussistenza addizionali. Queste merci devono essere prodotte e disponibili per essere impiegate effettivamente nel capitale produttivo ampliato. Anche se questi elementi addizionali sono prodotti su ordinazione, sono  in effetti esistenti in potenza, richiedendo per essere prodotti la disponibilità di mp e fl non  impegnati ; e la relativa successione,  nell’ordine produzione compravendita con denaro, non cambia. “Il denaro  consente la riproduzione ampliata solo in quanto la possibilità di essa esiste senza il denaro ; il denaro infatti in se stesso non è un elemento della riproduzione reale.”  

Accanimento terapeutico

Analizzando la riproduzione normale del capitale sociale complessivo, consideriamo che la riproduzione del capitale avvenga almeno su scala invariata, ossia  le recessioni siano state  almeno compensate dalle riprese nel periodo che si prende in esame. E un’astrazione che facciamo  per i motivi detti, ma deriva anche  dalla constatazione che  un andamento normale risulta continuamente da  un andamento non normale del capitale sociale complessivo . Anche se questo  è il nostro modello  di riferimento fondamentale per il nostro programma rivoluzionario, avendo  or ora  considerato la condizione necessaria affinché il denaro sia ciò  che consente la crescita della produzione,  è utile  considerare , lasciando per un momento il modello  della riproduzione  normale, i pretesi miracoli degli interventi monetari dalla classe dominante, attuati con il suo Stato  e il suo monopolio del denaro. Questi interventi sono a base di creazione monetaria  cartacea o scritturale, tutta di credito, e di spesa “pubblica” , spesa a credito dello Stato, che si indebita  con capitali individuali o con la sua stessa Banca Centrale di emissione.  Questi interventi possono continuamente rianimare la crescita, perché questa  si interrompe continuamente. Questo è possibile giusto perché ci sono le fasi di recessioni, in queste fasi sono disponibili mezzi di produzione e forza lavoro inutilizzati, già esistenti. Con questo ripetersi di cure le cause delle crisi restano intatte ; la contraddizione  fra  l’enorme potenza generale della produzione sociale da una parte e dall’altra l’anarchia  della produzione,  la  privata appropriazione del prodotto da parte dell’azienda capitalista,  la produzione per aziende economicamente distinte  non sono modificate dalla  più rapida circolazione  del capitale di prestito, ossia non sono modificate dai tempi della circolazione del solo denaro.
La forma di produzione  non è eterna, è destinata  a lasciare il posto a una forma superiore ;   non c’è  accanimento terapeutico che tenga.
 Nota. La moneta di credito emessa da un sistema bancario, Banca  Centrale inclusa, provvisoriamente circola nei cicli  dei capitali individuali nel mercato nazionale o mondiale e può avere  anche precarie funzioni di tesoro ( riserva monetaria) e di mezzo di pagamento, solo finché il credito  che ha dietro è quello di un capitalismo che ha dimostrato nei fatti storici e continua a dimostrare   una preponderante forza economica, politica e militare ; poi lo stesso credito sostiene questa forza.

Il passaggio alla riproduzione ampliata

In quel capitolo Marx afferma che la premessa del passaggio dalla riproduzione semplice a quella ampliata deve essere già posta nella riproduzione semplice ; ciò si ottiene  distribuendo in questa  riproduzione semplice (  quindi senza la necessità di capitale monetario addizionale) la produzione in modo che  la sezione I possa fabbricare più mezzi di produzione per mezzi di produzione, che mezzi di produzione per mezzi di consumo ; in modo che  il prodotto di valore  totale v+pv delle due  sezioni  di produzione sia maggiore del valore del prodotto (c+v+pv) della sezione II (mezzi di consumo), due valori che nel corso della  riproduzione semplice sono uguali, essendo tutto il reddito  sociale annuo v+pv speso in consumi prodotti dalla sezione II. Ciò si ottiene  con “la forma del pluslavoro della sezione I  utilizzato nella natura concreta delle sue specifiche proprietà utili. E’ stato speso in mezzi di produzione per mezzi di produzione invece che per mezzi di produzione per mezzi di consumo”.
Ma il plusprodotto  della sezione I , depositario del pv  della sezione I , non costa nulla  ai capitalisti I che se lo appropriano estorcendolo ai lavoratori ; notabene,  i capitalisti I per questo  pv I non debbono anticipare né denaro, né merci.
Seguendo queste considerazioni vediamo che l’accumulazione monetaria generale preliminare alla crescita della produzione non è necessaria ; prima abbiamo visto che non è possibile. Sono due dimostrazioni indipendenti.
Ribadiamo la tesi. Nel regime continuo della RS tutto il pvI va in consumi improduttivi dei capitalisti I (accumulazione zero); di conseguenza nel nostro modello pvI deve essere scambiato con prodotto della sezione II (che è una parte di cII), ossia deve essere tutto nella forma materiale di mp x mc. Nell’ultimo ciclo di una successione di RS, ultimo in quanto precedente l’avvio successivo della riproduzione su scala più ampia (RA), una parte del pvI prodotto deve trovarsi nella forma materiale di mp x mp, ossia come capitale costante  addizionale potenziale, destinato, nel corso della riproduzione normale, all’ampliamento della stessa produzione di mp (sezione I). Solo così una parte di pvI può essere capitalizzata nella stessa sezione I, realizzando accumulazione reale immediata, senza passare per l’accumulazione monetaria. La verifica si fa ragionando sul fatto che per ampliare la produzione del capitale sociale complessivo   (RA) occorre ampliarne il valore del capitale produttivo all’entrata del processo produttivo. Gli elementi materiali di questo sono mp e fl ; se consideriamo che il capitale trova sempre a disposizione proletari che anticipano la loro fl e che il rapporto del capitale costante con quello variabile deve essere crescente del corso storico  del capitalismo, ne deduciamo che prima dell’ampliamento della produzione c’è l’ampliamento della produzione di mp, che avviene nella sezione I. Ossia la sezione I deve trovare  mp addizionali disponibili , prodotti da essa stessa per se stessa. Quindi si tratta di mp x mp ; deve ampliarne la produzione e non può farlo, non potendo ottenere mp da altri,   che  riducendo quellla  di mp x mc. “ Passaggio che non sempre avviene senza difficoltà”, dice Marx. Egli infatti nel considerare la riproduzione ampliata inizia giusto  da quella della sezione I. Perché si abbia la premessa materiale, reale alla RA non c’è necessità preliminare di capitale monetario addizionale rispetto alla RS, non c’è necessità di aumentare il pluslavoro rispetto a quello dell’ultima RS, già a disposizione totale del potere dei capitalisti. Questi sono agenti della presente forma sociale; forma ieri proficua e necessaria alla generazione del comunismo , oggi cadavere ancora ambulante.
Ampliamento della produzione di mp vuol dire ampliamento successivo del capitale costante circolante e fisso, ossia schiavizzante  appropriazione cumulativa del prodotto del lavoro vivente da parte del capitale fisso. Ma quando è cessata la produzione di valore, perché è cessata quella di merci, allora  impianti,  macchinari e robots automatici diventano un mezzo potente per ridurre al minimo il tempo di lavoro, che  è esteso a  tutti  i membri della nuova società in grado di lavorare ; mezzo potente quindi per liberare una sempre maggiore quantità di tempo per la formazione  scientifica , artistica ecc… di tutti.
 Affermiamo, schifando volontarismo e immediatismo, che quel cadavere ancora ambulante sarà abbattuto quando “ la rivoluzione si rialzerà tremenda, ma anonima.” L’epoca di rivoluzione sociale arriva necessariamente quando i rapporti di produzione si tramutano da forme di sviluppo delle forze produttive in vincoli che frenano tali forze. Queste sono anche le premesse affinché dal corso ininterrotto del partito storico del proletariato sorga la forma della potente organizzazione di lotta del Partito Internazionale. La teoria della necessità e del ruolo del partito nella rivoluzione proletaria per il comunismo quale organo della classe operaia si trova nei lavori  del P.C.Int,  frutto della lunga battaglia  della Sinistra Comunista  sulla questione, battaglia contro i futuri rinnegati.
Sopra si è considerato il passaggio dalla riproduzione  semplice a quella ampliata : non è limitativo considerare non il  funzionamento di regime, ma    la partenza della riproduzione allargata e questa partenza  dal superamento di quella semplice, perché questa  è la parte di riproduzione quantitativamente più importante ; e da essa si passa quando le crisi terminano, la crescita  passa per lo zero (riproduzione semplice) per tornare  positiva (riproduzione allargata). Che la riproduzione semplice  sia la componente base quantitativa più importante di ogni riproduzione allargata trova conferma  nell’esame degli incrementi medi annui (vedi testo citato) : essi sono storicamente decrescenti, in tutto il corso del capitalismo di percentuali limitate, tendenti a pochi %,  carattere questo tanto più marcato quanto più il capitalismo nazionale o mondiale è maturo  o vecchio.
Non è  una preliminare generale accumulazione di capitale monetario la causa necessaria e sufficiente  della esigenza di accumulazione di capitale, cieca  ai bisogni della specie umana, ma il modo di produzione. La classe dominante è il suo agente. Riassumendo : nel corso avviato della produzione di capitale, prima della produzione c’è la produzione, prima dell’ampliamento della produzione c’è l’ampliamento della produzione di mp, prima dell’ampliamento della produzione di mp c’è l’ampliamento della produzione di mp x mp ; e siamo alla fine del ragionamento. Ma non siamo  alla fine della produzione di plusvalore per l’estensione della produzione di plusvalore ; anche se la potenza della produzione sociale è ormai tale da poter lasciare fiorire la produzione per l’uomo.

“Risparmi e investimenti”

Nella riproduzione normale considerando il valore aggiunto , prodotto di valore sociale complessivo annuo  (v+pv) , il valore di v  va in mezzi di sussistenza per  gli operai ; resta il plusvalore. Se di questo una parte non è consumata in mezzi di consumo necessari e di lusso  dai capitalisti , l’altra parte va in capitale produttivo addizionale per l’ampliamento della produzione  ; (ammettiamo , come riproduzione normale del capitale, variazione nulla delle scorte di produzione invenduta e di prodotti in corso di fabbricazione, quindi realizzato tutto il valore aggiunto prodotto; notare che trattando del capitale sociale e complessivo non c’è commercio estero).
Se si definisce  questo capitale produttivo addizionale “investimento” ,se si definisce “risparmio” la parte di prodotto di valore (valore aggiunto) non destinata al consumo personale di capitalisti e operai, si ottiene l’identità :  “risparmio “ uguale “investimenti”. Questa  è niente altro che una identità ; a cui per  propaganda di classe, si vuole dare un significato di relazione causa – effetto ;mentre  è solo una identità in quanto indicazione con due nomi scelti ad arte di uno stesso elemento della somma che rappresenta  il prodotto di valore (valore aggiunto dal lavoro vivo ) sociale annuo complessivo. In formula :v+pv =v+f.c.+(Δc+Δv), ossia : prodotto di valore uguale  monte salari + consumo improduttivo della classe capitalistica + capitale produttivo addizionale, composto da  capitale costante addizionale + capitale variabile addizionale, quest’ultimo ancora nella forma materiale di mezzi di sussistenza per i lavoratori addizionali. Il plusvalore capitalizzato (Δc+Δv), l’accumulazione , diventa capitale produttivo addizionale in funzione, quando  e dopo che tutto il prodotto annuo è venduto. Se nella somma dei tre addendi del valore aggiunto , nelle ipotesi suddette, togliamo i consumi personali di salariati e capitalisti (rispettivamente v e f.c. ) otteniamo l’accumulazione reale  sociale complessiva.

Il capitale produttivo addizionale (accumulazione reale) è stato prodotto nel ciclo con specifico plus lavoro, contemporaneamente alla restante parte del valore aggiunto ( prodotto di valore) qui analizzato;  quest plus lavoro deve essere oggettivato  in marci idonee alla accumulazione. L'articolazione di questa produzione è stata già fissata alla partenza della RA, senza "risparmi" preliminari; ciò in modo tale che il valore aggiunto totale del ciclo sia maggiore della produzione di mezzi di consumo personale. Questa distribuzione del plus lavoro è stata disposta dal dominio degli agenti della forma di produzione e delle sue immanenti esigenza.

Quindi la causa dell’esistenza del substrato materiale  della riproduzione ampliata  e del valore di questo , sta nella forma del pluslavoro estorto e utilizzato, sta nel dominio di classe presente nell’articolazione della produzione e precisamente del plus lavoro ; l’intervento del monopolio capitalistico del denaro , ma esso è solo una comparsa ricorrente  per la circolazione , fa passare, con le compravendite fra capitalisti, questo capitale produttivo addizionale  dallo stato virtuale allo stato di capitale in movimento nella spirale  del meccanismo dell’arricchimento per l’arricchimento.
Nota. Per noi il valore aggiunto è il prodotto di valore del lavoro vivo, per  l’economia volgare odierna è l’extraprofitto individuale e differenziale  per  monopolio temporaneo di qualche innovazione  nella produzione.
Abbiamo visto che nel modo di produzione capitalistico la ragione del pluslavoro è determinata dal bisogno della  perpetua estensione del capitale. Da questa caratteristica  il marxismo ha dedotto  che nella produzione associata della società comunista, che conserva la produzione sociale, e  che è produzione per l’uomo sociale,  il pluslavoro resta,  ridotto perché  è esteso, insieme  al lavoro necessario, a tutti membri della società in grado di lavorare, non dà  plusvalore (valore-lavoro e scambi mercantili sono spariti);  ma le sue  “specifiche proprietà utili” sono mutate e riguardano le necessità degli sviluppi dell’esistenza della specie umana  e della previdenza e assicurazione sociali, non mercantili , non monetarie, non finanziarie. Poi  dal maggiore sviluppo delle forze produttive  in ambiente comunista  si ha un ulteriore riduzione del pluslavoro del lavoratore,  oltre quella derivante dalla sua  distribuzione  generale e dalla eliminazione  degli sciupii del commercio e della finanza ; allora il pluslavoro  è dono del singolo alla società non ad altri, né a se stesso.
Questo afferma il marxismo rivoluzionario perché valuta lo sviluppo capitalistico come premessa oggettiva necessaria del comunismo. Marx: “l’intero movimento della storia è l’atto reale di generazione del comunismo.”

Nota – Lavoro necessario nella comunità futura- Ricordiamo l’esortazione a stare all’erta data nei nostri testi, circa   l’uso dei concetti sulle forme di reddito proprie del modo di produzione capitalistico. Ossia circa l’uso fatto, per analogia, in caso di modi di produzione non capitalistici ; per esempio quando ragionando con le abitudini dello studio dell’economia borghese, vogliamo trattare lo sciupio di lavoro umano , sia nella produzione sia nella circolazione, presente  nel modo di produzione capitalistico.Si tratta di evitare  di rafforzare l’illusione, tanto sostenuta dalla borghesia, che i rapporti  capitalistici di produzione e distribuzione sarebbero rapporti naturali, di ogni modo di produzione  e di ogni forma di società. Pluslavoro  e lavoro necessario  nella società comunista vanno intesi depurati del loro specifico carattere capitalistico e ridotti alle loro  fondamenta generali, comuni a tutti i modi di produzione.Perciò in quel caso dobbiamo guardare alle necessità di lavoro della comunità futura , quando il modo di produzione capitalistico è eliminato, quando il rapporto dell’uomo sociale con la natura è regolato razionalmente dai  produttori liberamente associati, quando è estinto l’individualismo, quando il lavoro è tutto lavoro necessario alla società, per i bisogni di tutti i membri della società in grado o no di lavorare e per i bisogni futuri della specie umana.
Ricordando che : “ E' compagno militante comunista rivoluzionario chi ha saputo rinnegare e strapparsi dalla mente e dal cuore la classificazione in cui lo iscrisse l’anagrafe di questa società in putrefazione, e vede e confonde se stesso in tutto l’arco millenario che lega l’ancestrale uomo tribale, lottatore con le belve, al membro della comunità futura, fraterna nell’armonia gioiosa dell’uomo sociale.

UN CHIARIMENTO SUL METODO

Marx adotta un modello o schema  per il modo di produzione  capitalistico – I modelli scottano – ( titolo di un paragrafo di un nostro scritto). La borghesia aveva adottato schemi o modelli  per lo studio della sua società, ma si era scottata le mani e li mollò presto e per sempre ; noi i modelli nostri li teniamo saldamente in mano per la nostra lotta : il modello della riproduzione normale del capitale sociale complessiva nel corso  storico del capitalismo, lo studio delle classi pure , degli insiemi complessivi distinti per funzioni svolte nell’economia capitalistica, e non secondo le classificazioni istituzionali borghesi, costituiscono il metodo scientifico per l’analisi dei cicli della riproduzione del capitale sociale complessivo.

La messa a punto di Marx – Marx di passaggio mostra un errore da evitare, che può essere commesso nell’applicazione del metodo suddetto. Nel capitolo sulla circolazione del plusvalore dice : se è vero che la classe capitalistica intera  paga e vende con moneta il  suo intero plusprodotto e   quindi nella riproduzione  normale (caso RS) consuma personalmente tutto e solo il plusvalore appropriato, trasferire questa affermazione al capitalista individuale  sarebbe arbitrario ;  arbitrario rispetto ai presupposti che reggono lo schema adottato.
Supponiamo allora che una parte  A dei capitalisti, prelevando dal suo fondo monetario apposito, spenda per i suoi consumi personali più del suo plusvalore. Quindi la parte  restante B dell’, insieme dei capitalisti fa il contrario incassa più del suo plusvalore (nella la riproduzione  normale, caso RS, tutto il plusvalore è venduto, venduto al suo valore per il consumo personale) si tratta del solo plusvalore,perché il resto del prodotto deve reintegrare il capitale anticipato e ciò per la riproduzione almeno a scala costante. La parte A riduce le sue riserve monetarie di quanto la parte B le aumenta, il fondo monetario per i consumi personali della classe  capitalistica intera  resta invariato nel ciclo di riproduzione esaminato ( ossia niente tesaurizzazione generale).

Il cosiddetto “risparmio finanziario” – Se lo squilibrio fra le due parti A e B prosegue  (le riserve monetarie  non sono infinite) la parte A “ dilapidatrice” diventa debitrice della parte B “risparmiatrice” ( stock di debiti e crediti, oppure flussi di debiti e crediti a livello complessivo sociale sono istante per istante uguali, il “risparmio  finanziario” complessivo sociale è sempre istante per istante nullo.)
Gli stregoni ciarlatani riveriti con premi Nobel della finanza chiamano l’aumento dei crediti della parte B “risparmio finanziario”.

Qui, nell’esempio, è evidente la tesi ( che però è generale ) : il cosiddetto “risparmio finanziario” corrisponde necessariamente a un reddito prima prodotto poi completamente consumato ( qui improduttivamente,  nella RA anche produttivamente), ma da altri che i suoi proprietari ( capitalisti appropriatori.)
Così a turno con staffetta i non produttori sgavazzano (RS) o si arricchiscono (RA) con il plusprodotto del pluslavoro dei produttori.
E certo che verrà l’espropriazione degli espropriatori, e si passerà all’usufrutto sociale del prodotto dei produttori liberamente associati : per il partito comunista storico nulla urge.

La cosiddetta “ finanziarizzazione – la messa a punto di Marx  fatta nel capitolo sulla circolazione del plusvalore ha riguardato il circuito monetario ( il riflusso del denaro al suo punto di partenza) per la circolazione del plusprodotto e relativo plusvalore fra i capitalisti (presi complessivamente, ossia come classe). Se abbiamo inteso bene Marx, considerazioni analoghe (circa le supposizioni arbitrarie nel passare dall’esame di un insieme complessivo, esame  fatto con il nostro modello, all’esame fatto considerando casi individuali o sotto insiemi parziali) si possono fare anche per gli altri circuiti monetari.
Per quanto riguarda il circuito del capitale monetario, parte variabile v, abbiamo detto l’essenziale : nei cicli  di riproduzione normale del corso storico del capitalismo mondiale tutto il reddito monetario complessivo della classe operaia è speso in consumi reali. (Entrate per le imprese = riflusso per la proprietà).
Per quanto riguarda il circuito del capitale monetario, parte costante c , riferiamoci per semplicità al caso della RS.
E vero che nella riproduzione normale per l’insieme complessivo delle imprese pure (senza proprietà) tutto il capitale monetario anticipato come capitale costante rifluisce al monopolio del denaro (proprietà) ; questo fatto  non solo è un presupposto della riproduzione normale,  ma discende dal fatto che le compravendite fra imprese sono interne a questo insieme complessivo, le entrate delle une sono le uscite delle altre  ; il monopolio del denaro è sicuro di avere  complessivamente il riflusso del capitale monetario anticipato alle imprese, riflusso  di questo circuito del capitale monetario c (ammesso che  il denaro avuto in prestito per la produzione non si metta invece  a girare  in permanenza nella speculazione).
E arbitrario  trasferire  a singole imprese  quella affermazione,  valida invece per l’insieme complessivo delle imprese pure ; singole imprese possono avere  anticipazione e riflusso di capitale monetario, parte costante,  diseguali, ossia deficit o eccedenze.
Da questi deficit singoli  o eccedenze individuali fra anticipazioni e riflussi, uguali in valore assoluto, dipende il fenomeno della cosiddetta  “finanziarizzazione “ dell’economia ; una parte delle imprese può diventare azionista, (funzione proprietà finanziaria),  dell’ altra parte, se  questa parte finanzia il deficit (= riflusso meno anticipazione  del capitale monetario c) con l’emissione di nuove azioni.
Questa possibilità è solo, prima o poi, una strada obbligata : è quella del corso del capitalismo mondiale.  La curva non scende , ma sale sempre.

Tutto il capitale sociale complessivo, costituito dalle due parti considerate, nel movimento da uno stadio al successivo deve passare per lo stadio processo produttivo. Le chiacchiere sulla “finanziarizzazione” dell’economia sono spazzate nella spazzatura  dalla scienza economica marxista : tutto il valore d’uso, tutto il valore, tutto il plusvalore, tutto il capitale produttivo addizionale per l’accumulazione, tutto il reddito sociale corrente sono prodotti solo nel processo produttivo del capitale industriale circolante (settore industriale propriamente detto e settore agricolo a conduzione capitalistica).

Nota – Capitale costante e circuito   del denaro.  Sopra abbiamo ricordato due aspetti della circolazione del capitale sociale complessivo :

1)     Il carattere circuitale  del denaro come capitale  monetario, parte costante c e suo incremento nella  RA ; la determinazione di questo carattere si ricava dalla considerazione della riproduzione normale nel corso storico del capitalismo mondiale (il circuito può essere seguito nella illustrazione dei grafi a sezioni riunite RS e RA) ;

2)     Questo capitale monetario per il movimento mercantile monetario dei mp ha un percorso che parte dalla proprietà del capitale monetario prestabile, produttivo in potenza di interesse, e va all’insieme delle  imprese pure senza proprietà (capitale industriale) ; qui, in questo insieme, il movimento  di questo denaro interessa scambi mercantili monetari, tutti fra le imprese economicamente distinte, che costituiscono gli elementi di questo insieme ; successivamente questo capitale monetario da questo insieme , non avendo avuto altre fuoriuscite,  essendo il flusso monetario entrante continuato, non può che rifluire tutto al punto di partenza, ossia al monopolio del denaro appartenente alla classe capitalistica, dove ritorna ad essere capitale monetario prestabile.

Nota bene :  se la produzione fosse sociale e non capitalistica i movimenti dei mp sarebbero ancora necessari fra luoghi di produzione (sezione I) e luoghi di consumo produttivo  (sezioni  I e II ), ma non ci sarebbe  lo scambio mercantile e monetario, perché la distinzione fra questi luoghi è , nella produzione sociale non capitalistica,  tecnica, non economica. Si eliminerebbe così lo sciupio del lavoro umano, sempre più  necessario , ma improduttivo di valore d’uso, valore e  plusvalore nello scambio capitalistico delle merci.
Marx  osserva che la trasformazione sopra esaminata , ciclica incessante, del denaro in mp trasforma questi in “titoli giuridici e diritto di imperio  sul lavoro e sul pluslavoro altrui .”
“Diritto di imperio” significa comando sulla  intensità e durata del lavoro degli operai, sulla destinazione di questo  lavoro alla produzione mp o alla produzione di mc, sul rapporto fra lavoro necessario e pluslavoro.
“Titolo giuridico sul lavoro e pluslavoro altrui” significa appropriazione di tutto il prodotto della classe operaia da parte della classe capitalistica,  ossia negazione  della facoltà di appropriazione da parte dei produttori  del loro prodotto.
Nel corso già avviato della  riproduzione del capitale la conseguenza di quel diritto sul prodotto completo è la sempre periodicamente rinnovata separazione  dei produttori  dalle condizioni del loro lavoro.
Marx ha chiarito che questa separazione è il “ reale  determinato fondamento, il punto di partenza del processo di produzione capitalistico.”
Dire “punto di partenza” significa rammentare come si è avuto  l’avvento del capitalismo, il che rimanda  al fondamentale  capitolo dell’opera di Marx sulla  accumulazione originaria ( primitiva), capitolo fondamentale per il militante comunista rivoluzionario.
Dire “ reale fondamento” significa dire che  la separazione in questione è il presupposto del rapporto sociale capitalistico : “ Una volta autonoma  la produzione capitalistica non solo mantiene quella separazione, ma la riproduce su scala sempre crescente.”
Questi aspetti ( conservazione e accrescimento) si possono vedere illustrati nelle rappresentazioni dei grafi della circolazione del capitale sociale complessivo, fatte in catena chiusa, dove la macchina della produzione riproduce in crescendo (RA) se stessa sullo stesso “fondamento” .
Anche qui  nella riproduzione su scala sempre crescente della separazione fra condizioni per il lavoro e lavoratori notiamo un processo  di crescita illimitata (se per assurdo il capitalismo fosse eterno),  ossia un processo instabile, insostenibile permanentemente.
Questo aspetto dinamico, esplosivo politicamente, del rapporto sociale fra le due classi mostra come “ il diritto di proprietà  sul prodotto completo o anche semilavorato è molto più importante della proprietà sullo strumento di produzione, sulla fabbrica , officina o  impianto che sia.”

La funzione infame del “diritto di proprietà sul prodotto completo” non muta se le imprese sono a capitale individuale, società per azioni, cooperative o statali.

Infatti sappiamo che “ il carattere distintivo dell’epoca capitalistica deve rinvenirsi nell’intrapresa e non nella proprietà “. Con tutte quelle varie forme di proprietà suddette di impresa, il circolante monetario per il capitale costante, sociale complessivo, è in giro incessante, parte e ritorna, ogni volta in massa sterilmente immutata e deve poi ripartire aumentato, nel corso storico dell’accumulazione. Questo perché la massa di valore merce dei mp è stata accresciuta, ma nel processo di produzione prima compiuto, prima dell’intervento del capitale monetario addizionale anticipato  sociale complessivo, necessario per l’acquisto dei  mp addizionali (parte del plusprodotto già effettuato  dagli operai).

L’impresa è forma di produzione e di appropriazione di plusvalore. Con essa la dinamica di quella separazione a scala crescente fra produttori e condizioni per il loro lavoro è sempre ben operante, tende sempre alla sicura catastrofe, comunque sia dissimulata la forma di proprietà per le imprese

GRAFI DEGLI SCHEMI DELLA RIPRODUZIONE DEL CAPITALE

L’illustrazione grafica

I  grafi vogliono illustrare  graficamente gli schemi della riproduzione e della circolazione del capitale sociale complessivo .
In passato prospetti o schemi a questo scopo sono stati fatti dal  P.C. Int.
Nell’abaco dell’economia marxista  “Il Capitale” libro II l’illustrazione grafica  non riporta  gli esempi numerici di Marx, ma presenta la circolazione del capitale  nel movimento e cambiamento di forma  ; qui vi è la molto efficace rappresentazione  della macchina della produzione , che viene indicata tra due parentesi graffe

           
                                                           

Questa  indicazione fra le 2 parentesi graffe  : 1) ricorda bene nel suo allineamento  che la valorizzazione del capitale si origina solo dal capitale variabile, mentre il capitale costante nel suo valore  è solo trasferito  dal lavoro vivo salariato nel valore del prodotto  m’ ; 2) questo simbolo del processo produttivo  si presta bene  , utilizzato in sequenza, a schematizzare  il processo di accumulazione su più cicli , con una catena  continua, in cui il plusvalore in uscita dalle parentesi graffe dà incrementi addizionali a  c   e a   v per l’ingresso nel successivo  processo produttivo compreso in due altre parentesi graffe  ; mostrando così la macchina della produzione  che riproduce  sé stessa  :  P…M’-D’-M…P
In “ Vulcano della produzione o palude del mercato”  per gli schemi numerici della riproduzione del capitale nella R S è stato adottato un prospetto tipo matrice in cui i movimenti di monete e  merce  fra i quattro gruppi di capitalisti e operai delle due sezioni della produzione  sono stati indicati con frecce orientate verticali (moneta) e orizzontali  (merce) .
I quattro grafi che riportiamo sono relativi alla riproduzione semplice (R S) e a quella allargata ( R A ) a sezioni  I e II conglobate o distinte  ; vengono poi riportati i prospetti numerici della R S e della R A (schema di partenza ).
In ciascuno di questi grafi sono rappresentati tre poli  o insiemi. Essi sono corrispondenti a tre poli o insiemi (imprese pure, proprietà, salariati), indicanti  tre gruppi di funzioni (vedi paragrafo seguente  “Gli insiemi”).
Il termine poli indica che varie linee orientate di collegamento  li uniscono a schematizzare  i movimenti di merce e moneta  ; il termine equivalente insiemi indica la raccolta in gruppi di determinate funzioni necessarie  del capitalismo . Le linee di collegamento fra gli insiemi, tracciate a due colori , indicano  i movimenti di merce (rosso) e di denaro ( verde), sempre in senso opposto nel caso di compravendite di merce , in un solo senso  e colore verde  nel caso di circolazione di solo denaro (fra finanza e imprese); rappresentano flussi di valore merce e denaro nel tempo considerato negli schemi,  che è l’anno solare.
I grafi si riferiscono agli schemi della riproduzione del capitale. Questi schemi sono relativi  al prodotto dell’ annuo del processo produttivo (è il valore del capitale M’ valorizzato nell’anno in esame, è la misura adottata del capitale sociale complessivo). Nei grafi sono illustrati anche tutti i movimenti di merce e denaro della circolazione mercantile attinenti i processi produttivi o parte di essi  compresi nell’anno, ossia relativi a quella data produzione annua di capitale.  Così si ha  l’illustrazione  del ciclo completo P… M’- D – M… e P  . Questi movimenti nel mercato possono svolgersi in parte in anni diversi da quello studiato. Gli stadi  D – M, …P… , M’ – D’ dei cicli del capitale  vanno seguiti nei grafi nel solito ordine del processo ciclico del capitale, iniziando con uno qualsiasi di questi tre stadi.                                                                                                

Prospetti numerici degli schemi

Riportiamo i prospetti numerici di riproduzione semplice (R S) e ampliata  (R A) illustrati graficamente attraverso i “grafi”
Negli esempi numerici dei valori sono indicati  i valori di c  (capitale costante,)  v (capitale variabile), pv (plusvalore),  c+v+pv (prodotto merce, prodotto capitale) per le sezioni I (mezzi di produzione , mp) e II (mezzi di consumo, mc) e per il totale complessivo (le due sezioni conglobate).
                                                               R S

c
v
pv
c+v+pv


I
4000
1000
1000
6000
mp
4000mpxmp+2000mpxmc
II
2000
500
500
3000
mc

Tot
6000
1500
1500
9000
mp,mc


R A : si tratta del primo esempio di Marx per lo schema di partenza della riproduzione ampliata.
Indicando la partizione del plusvalore con pv=Δc+Δv+fc capitale costante addizionale più capitale  variabile addizionale  più fondo consumo improduttivo generale della classe capitalistica, abbiamo ancora  per lo schema di partenza della RA.
                                                               R A

c
v
Δc
Δv
fc


c+v+pv
I
4000
1000
400
100
500
4400
1600
6000
mp
x
mp
fl
mp
x
mp
mp
X
mc
mp
X
mc
mp
x
mp
mp
X
mc
mp
II
1500
750
100
50
600


3000
mp
X
mc
fl
mc
mc
mc


mc
Tot
5500
1750
1750


9000
c
v
pv




Nella produzione annuale qui considerata  devono essere messe  le premesse per l’ampliamento successivo della riproduzione  in questo senso questo è lo schema di partenza dalla  R S alla R A. Il pluslavoro deve essere utilizzato in modo da dare un capitale costante , virtualmente addizionale , nella forma materiale di  mp ( sarà capitale costante   addizionale in atto  nell’ impiego  produttivo del ciclo  seguente di R A ),  che indichiamo comunque con  Δc   ;   analogamente  il pluslavoro per passare alla R A deve dare un capitale variabile  virtualmente addizionale  nella forma  preliminare materiale di  m c  per i  lavoratori addizionali che indichiamo con  Δv     
Il passaggio  dalla R S alla R A  ( L.  II capitolo 21 , paragrafo 1 si attua  aumentando la produzione di  mp x  mp rispetto alla produzione mp  x  mc.  Pertanto , per seguire gli scambi tra le due sezioni è stato utile  indicare  la forma  materiale dei valori, , ossia la destinazione delle diverse parti del plusvalore da accumulare.

Ipotesi di base

Le ipotesi  alla base dei grafi sulla riproduzione  del capitale sociale complessivo  sono   quelle  degli schemi di Marx.       
   
·       La produzione di capitale viene suddivisa nelle due sezioni I (mp) e II (mc). Si utilizza  per le merci la grandezza valore  c+v+pv e non il prezzo (valore) di produzione, in quanto  per il capitale sociale complessivo le due grandezze coincidono..

·       Durante i periodi esaminati si considera che non avvengano rivoluzioni di valore, ossia mutamenti di produttività del lavoro, che facciano cambiare  i valori delle merci e i rapporti di valore in gioco, compreso quello del materiale oro del denaro ; quindi si considera il valore del denaro e il suo potere di acquisto merci costante.


·       Consideriamo periodi di riproduzione normale, quindi è esclusa l’esistenza  di cause di perturbazione ( e squilibri che permangano anche dopo  la chiusura del periodo), che impediscano la riproduzione del capitale  anche su scala data. I periodi di riproduzione  sono,  per quanto riguarda  l’ordine di successione delle forme di funzione del capitale, periodici annuali ( con una componente in valore a crescita assoluta sempre crescente ).  Sono periodi che compongono  il corso storico del capitalismo, corso che nella sua definizione e costruzione  appunto non presenta  le discese e  i relativi ricuperi dovuti alle crisi e alle guerre.

·       Gli scambi fra  le due sezioni sono regolati di conseguenza ; in modo  avere pareggio annuale in valore merce e denaro, e da escludere  la formazione  duratura  di scorte di invenduto. Da qui deriva una condizione  per una riproduzione normale  degli scambi fra le due sezioni ( vI + pvI = cII  per la  RS, da riscontrare  nel grafo RS a sezioni distinte ;  per la RA   vI + pvI = cII+  ΔcI + ΔcII).


·       Dalla  considerazione di riproduzione normale  ne consegue che  i rimpiazzamenti in forma di denaro e in natura del capitale fisso sono tali che  vi è compensazione in ciascun periodo di questa riproduzione, a livello  sociale complessivo, delle frequenti  tesaurizzazioni individuali relative al logoramento annuale dei capitali fissi e delle più rare detesaurizzazioni  parziali individuali concentrate per il loro rinnovo in natura a scadenza pluriennale.  A questa condizione di riproduzione normale i grafi e i prospetti numerici non prescindono dai cicli del capitale fisso. Nel libro II Marx fa notare  che : 1) mancando quelle condizioni si ha crisi della riproduzione ; 2) in una società senza merci e denaro la restaurazione  dei mezzi di produzione  durevoli defunti non pone problemi e non genera crisi ricorrenti.

·       Non considerando la prosecuzione negli anni  negli schemi della riproduzione allargata, non viene preso in considerazione  l’aumento della composizione organica del capitale c/v, che invece è incessante  ;  e avviene  per  fare aumentare la produttività del lavoro e il plusvalore relativo , per accrescere  la produzione di merce (capitale) , per fare scendere  la parte (v) del prodotto sociale (c + v + pv) consumata  dai lavoratori . E' la caratteristica  dello sviluppo delle forze produttive  nel modo di produzione capitalista, che ne determina  tutto lo sviluppo storico e la morte . “ Il tasso di profitto  non scende affatto perché il lavoro diviene improduttivo, ma perché esso  diviene  più produttivo.”  Il grafo relativo allo schema di partenza della RA riporta  solo un incremento di un dato anno dei capitali costante e variabile  addizionali,  e quindi non  un incremento di   c/v in funzione  crescente del tempo  che scorre  o del livello che la composizione organica del capitale ha precedentemente raggiunto.

·       Si suppone sempre presente  il denaro necessario alla circolazione monetaria attiva e alla tesaurizzazione  nei fondi e riserve monetarie . Il possesso monopolistico,  che rappresenta l’unico  punto di partenza primario e di riflusso della circolazione del denaro,  appartiene strettamente alla classe capitalistica  ; questo possesso  si realizza  con il sistema bancario, organo  centralizzatore monopolizzatore del capitale monetario potenziale ; questo sistema concede credito  di capitale  esclusivamente agli imprenditori ; questo monopolio fa parte delle funzioni dell’insieme  P dei grafi.


·       Per ogni ciclo del capitale sociale complessivo sono presenti nel mercato mezzi di produzione  già prodotti necessari per iniziare ;  ogni ciclo  che vien illustrato è un elemento di un processo in corso, non il primo iniziale  di questo processo : solo agli inizi della società non esistono  ancora mezzi di produzione prodotti, ma un quel tempo la natura fornisce direttamente  mezzi di sussistenza che  non hanno bisogno di essere prodotti dall’uomo   e tempo disponibile  per trasformare  prodotti naturali in mezzi di produzione prodotti ; prodotti prima del loro uso nella produzione e raccolta per la sussistenza.

·       Si suppone che la forza lavoro si trovi sempre a disposizione del capitale, anche  per costituire quella addizionale nella  RA del capitale.

·       Consideriamo la vendita diretta della merce  dalla produzione al consumo produttivo , al consumo individuale degli operai produttivi , al consumo  improduttivo generale della classe capitalistica.

·       Per il capitale sociale  complessivo, per quello delle due sezioni,  sia RS che RA, viene considerato  il saggio del plusvalore pv/v = tempo di pluslavoro /tempo di lavoro necessario  = 1.

·       La sezione II  (produzione dei mezzi di consumo)  non è stata considerata nella suddivisione in due  sottosezioni  a), mezzi di consumo necessari   e b),  mezzi di consumo di lusso ( quelli che entrano  solo nel consumo della classe capitalistica).              
             
 La sottosezione  II b  ha  la caratteristica  di essere  una produzione  di merce,    contenente plusvalore, ma questa è una merce, ( come anche gli armamenti), che non è né mezzi di produzione né mezzi di sussistenza per i lavoratori produttivi, quindi  non   ha valore d’uso per il processo  di riproduzione , né semplice né ampliato ;  in altre parole  la II b assorbe  lavoro produttivo per prodotti destinati al consumo improduttivo, non utilizzabili per l’accumulazione. (Qui stiamo esaminando il capitale  sociale complessivo ; per un capitale individuale, che venda  suoi  prodotti II b in cambio di mezzi di produzione e sussistenza, la funzione  di queste merci cambia ).  Di passaggio, se lasciamo il modello di riproduzione normale, costruito per descrivere l’esigenza dell’accumulazione e prevedere il crollo del capitalismo, e consideriamo i momenti delle recessioni  e riprese della crescita  della riproduzione, notiamo che sia la sovrapproduzione rispetto al consumo produttivo di mp e fl, sia la disoccupazione dei proletari troppo elevata e pericolosa per il dominio politico del capitale, possono trovare rimedio contingente nel sovraconsumo  di lusso della  “ ricchezza sgavazzante”, (idem per gli armamenti). Questo sovraconsumo  improduttivo può essere usato come rimedio per ridurre gli effetti delle perturbazioni che impediscono la riproduzione normale del capitale, ma non è produzione di mp supplementari, non è una premessa materiale alla crescita della produzione. Il carattere contingente di quel rimedio si verifica nel ripetersi  di quelle crisi e nell’esperienza storica del corso del capitalismo mondiale.

Gli insiemi

Insieme  I
E quello  dell’imprese pure senza proprietà. Le funzioni che riunisce  sono :
1)     valorizzazione del capitale , governo del processo lavorativo, produzione di plusvalore tramite lo sfruttamento dei lavoratori.  Vi è contenuta la macchina della produzione ,  con il simbolo  del processo produttivo ..P.. ;
2)     funzione sociale dell’accumulazione del capitale,  ( essa si trova indicata  con il collegamento merce  di ritorno  da ..P..a .P.. stesso , in catena continua  chiusa su se stessa ;
3)     appropriazione  per conto della classe capitalistica di tutto il prodotto  M’ valorizzato, compreso il plusprodotto ;
4)     ottenere il finanziamento del capitale monetario anticipato (movimento solo monetario dal monopolio del denaro detenuto dall’insieme proprietà all’insieme imprese industriali pure) ;
5)     rivendere  il prodotto appropriato , plusprodotto a parte,  alle stesse imprese ( mp) e all’insieme dei lavoratori (mc) per la reintegrazione  del capitale produttivo iniziale ;
6)     fare rifluire con il ricavo monetario di questa vendita  il capitale monetario ottenuto in anticipo al monopolio  del denaro (movimento di solo denaro) ;
7)     vendere la parte di plusprodotto appropriato destinato al consumo improduttivo (fc) della classe capitalistica e annessi vari  ( corrispondente a interesse , rendita, parte del guadagno di imprenditore non destinata all’accumulazione ma alla persona,  ecc.) e con il denaro ricavato  fornire i reddito monetario a queste categorie  per le loro spese di reddito chiudendo questo circuito monetario  ;
8)     vendere  la restante parte  Δc+Δv   di plusprodotto  ( qualitativamente prodotta con una forma d’uso utilizzabile per l’accumulazione  del capitale produttivo  : 1) all’insieme stesso  delle imprese  ( finanziate da capitale monetario   addizionale , proveniente dal relativo monopolio dell’insieme proprietà),  la parte  Δc   del capitale costante addizionale costituita da mezzi di produzione addizionali ; 2) ai lavoratori addizionali  la parte  Δv , costituita  da mezzi di sussistenza per i nuovi salariati produttivi ; le imprese  che acquistano  da esse stesse per ampliare il processo produttivo sono finanziate  da capitale monetario addizionale  proveniente dall’insieme P  e a questo  devono fare rifluire  il capitale  monetario  addizionale ottenuto in prestito.
 Insieme  P.
E quello  delle funzioni della proprietà  del capitale monetario , di quella immobiliare , della titolarità della proprietà dell’impresa  ; e anche  delle funzioni del consumo improduttivo . Da mettere in evidenza la funzione del monopolio del denaro ,  rappresentato  dal sistema  bancario complessivo ( compresa  La Banca Centrale)  ; esso è l’organo  centralizzatore  monopolizzatore del capitale denaro sociale ;  esso finanzia  l’insieme imprese pure ,  ottiene da queste  il riflusso  del finanziamento, percepisce  l’interesse e spende altrettanto  in attrezzature , edifici, consumo  personale, compreso quello dei salariati del settore ; il denaro per gli interessi, che le imprese devono versare  al sistema bancario, non può che provenire dal monopolio del denaro,  giusto attraverso le spese suddette  e ritornarvi  continuamente con il pagamento degli interessi. ( Confronta con la  “Circolazione del pv”).
I tre insiemi dei grafi, punto di arrivo dei flussi di merci, sono anche le tre destinazioni di tutta la produzione annuale; queste sono: a) all’insieme imprese pure i mezzi di produzione ; b) ai salariati  i mezzi necessari per riprodurre la forza lavoro venduta e consumata nel ciclo annuale; c) all’insieme P, nel nostro schema il resto della produzione annuale.
Questo resto della produzione è costituito dai consumi personali pagati con gli interessi e la rendita fondiaria versati dall’insieme I a cui vanno queste spese. Altro consumo improduttivo di merci acquistate e non consumate nel processo produttivo è quello derivante dalle spese fatte presso le imprese provenienti dalla sfera della circolazione delle merci e del denaro ( commercio del denaro e del credito ). Del consumo improduttivo fanno parte anche : a) quello derivante dalle spese dei redditi derivati dal reddito della proprietà, comprendendo anche la parte del guadagno di imprenditore non destinata alla capitalizzazione e non derivante dal lavoro produttivo svolto nell’impresa, non funzione di sfruttamento del processo lavorativo sociale ; b) il consumo della burocrazia di Stato e d’azienda.
La burocrazia è una necessità nell’ambiente capitalistico, mercantile e con società divisa in classi ; è necessaria per garantire l’appropriazione da parte dei non produttori del prodotto dei produttori. La spesa per la burocrazia di azienda e di Stato è una delle tante frazioni in cui si ripartisce il plusvalore ; la burocrazia è una passività necessaria nel sistema capitalistico, non è un elemento dei rapporti di produzione , non rientra nella serie delle classi. Solo il comunismo, in quanto antiproprietario, uccide la burocrazia  e non saranno invece  regole o  statuti di autonomia e autogestione aziendali,  locali o federali a farlo ; che avranno giusto l’effetto opposto.
I nostri testi spiegano che con la morte della produzione di merci si avrà la morte del rapporto sociale proprietà, abbattuto da quello dell’uso sociale, dell’usufrutto; non potrà esistere nessun soggetto, nessun oggetto di proprietà. Usufrutto significa uso e non abuso, in modo da conservare e consegnare efficienti terra, opere e impianti alle generazioni future. Come risulta nello scritto “Omicidio dei morti” , secondo la fondamentale distinzione marxista fra lavoro morto e lavoro vivo,   la forma di produzione e di società capitalistica è interessata al “ritmo frenetico del lavoro contemporaneo e favorisce la distruzione di masse ancora utili di lavoro passato fregandosene completamente della posterità.”

Insieme  S
E quello dei salariati ; questi scambiano la forza lavoro contro denaro in quanto capitale, ossia vendono la forza lavoro in cambia del salario con il quale  comprano  mezzi di sussistenza  per la riproduzione della forza lavoro consumata  e del sistema che li sfrutta. La forza lavoro è merce nelle mani dei proletari, merce che devono riuscire a vendere ; è capitale  solo nelle mani dei capitalisti ; oggi  bisogna sentire la fesseria  del capitale umano posseduto dai salariati . Questa premiata chiacchiera concepisce il salario come interesse, la forza lavoro come capitale monetario  da prestito che rende questo interesse. Riferendoci alla formula  D –D –M …P…M’ – D’ – D’, ( dove consideriamo  anche lo stadio di circolazione del capitale nella forma di denaro dal capitalista monetario inattivo al  capitalista industriale attivo ),  i salariati dell’insieme  S sono quelli  la cui forza lavoro è consumata nello stadio  del processo produttivo …P… e non negli altri stadi non produttivi , attraversati dal capitale. Il rapporto sociale di lavoro salariato non è periodicamente interrotto : si deve avere presente  che il modo giusto  per intendere la formula  e il capitale in movimento, come detto più in dietro, è quello di considerarlo nella forma di diverse parti del capitale  simultaneamente impegnate nelle tre forme ( D, M, P),  quindi con un processo produttivo ininterrotto.

Persone e funzioni
Le persone , in quanto agenti  delle funzioni dette , sono comprese negli insiemi considerati .  Gli imprenditori persone ( per il consumo personale individuale ), percettori di interesse e rendita , in generali tutti i partecipanti  della spartizione del plusvalore  a fini improduttivi , quindi anche tutto il personale  impiegato nello Stato,  , in quanto svolgono detta funzione , sono elementi o agenti della funzione  consumo improduttivo che è una funzione dell’insieme P.  Il marxismo non fa  analisi sociologiche o psicologiche  sugli individui, ma applica  nello studio del capitalismo il determinismo economico, fino a vedere entrambe le classi legate dalle leggi del tipo storico di produzione capitalistica
L’insieme delle imprese pure   rappresenta  il meccanismo , la forza sociale impersonale  del sistema capitalistico  e indica  le tendenze alla separazione  fra proprietà e  capitale e alla spersonalizzazione  del capitale. Ha solo consumo produttivo sociale nel processo produttivo. L’insieme delle imprese pure così conglobate potrebbe far dimenticare la produzione per aziende economicamente distinte: le linee dei flussi  ( pura circolazione mercantile ) di merci e denaro dall’ insieme  imprese  e ritorno allo stesso insieme  ( M’- D’  delle imprese venditrici è l’atto D-M  delle imprese acquirenti) ci rammentano  i nefasti dell’aziendismo e lo sciupio della circolazione  mercantile monetaria  e l’anarchia della produzione capitalistica; che il comunismo ha in programma di eliminare. Queste linee di flusso mostrano la macchina della produzione che riproduce se stessa .

Processo produttivo e circolazione nel mercato

L’illustrazione grafica della riproduzione e circolazione del capitale sociale complessivo permette di seguire agevolmente i percorsi dei flussi di merci e denaro. Ritrovare cercando in questa illustrazione i rapporti di produzione che costituiscono la struttura economica  della società capitalistica è meno  immediato ed evidente. Ma sono comunque verificabili, in questi percorsi, i caratteri mercantile, monetario,  salariale,  aziendale della produzione ; la ciclica appropriazione di classe  del prodotto, quindi dei mp e del loro monopolio rispetto ai produttori, l’accumulazione del plusvalore, la separazione dei produttori dalle condizioni del lavoro rinnovata ad ogni ciclo. Invece, non apparendo esplicitamente né  il ciclo del capitale fisso, né la crescita della composizione organica del capitale, né la distinzione nel capitale costante c = c1 + c2 fra logorio del capitale fisso c1 e valore delle materie consumate c2, in ogni ciclo annuale del capitale circolante o in quello pluriennale che è anche del capitale fisso, questa illustrazione non mette in evidenza l’appropriazione progressiva del capitale prodotto dal lavoro vivo da parte del lavoro oggettivato (capitale fisso).  L’espropriatore del prodotto non è persona umana o classe umana, ma proprio il capitale fisso, in quanto esigenza del modo di produzione ; è una questione di rapporti di produzione quindi di distribuzione. L’appropriazione è quella della potenza  di creare ricchezza reale, potenza  ormai gigantesca degli impianti della grande industria ; e ciò quando questa potenza dipende sempre più dallo sviluppo e applicazione  della scienza alla produzione, ossia dallo sviluppo delle forze produttive ; ma il capitalismo oggi conduce la scienza sempre più a decadenza e degenerazione.
In un quadro di Marx del 1858 per la riproduzione semplice del capitale fisso e circolante, ripubblicato dal P.C. Int. , i rapporti fra c1, c2 e c per entrambe le sezioni I e II  sono c1 = ¼ c , c2 =3/4 c , c = 4v, con un ciclo del capitale fisso di dieci anni per la sezione I e di cinque anni per la sezione II. Nella  produzione capitalistica lo sviluppo della produttività del lavoro non ha lo scopo di abbreviare la giornata lavorativa, ma quello di aumentare il pluslavoro a parità di giornata lavorativa, quindi il plusvalore, l’accumulazione, il capitale. La chiave del meccanismo è un’esigenza impersonale, è un processo ineluttabile, è stata la giustificazione storica del passaggio per la forma di produzione capitalistica. Con l’aumento della massa di impianti e di macchinario a parità di massa di fl, aumenta c1 rispetto a v, aumenta la massa di materie prime e ausiliarie trasformate, ossia aumenta c2 rispetto a v,  quindi aumenta c = c1+ c2
 rispetto a v : i  mp si trasformano sempre più in mezzi assorbimento di lavoro altrui e di appropriazione del prodotto.

La rappresentazione del processo produttivo contenuta nell’ “Abaco dell’economia marxista” è utile  per considerare la crescita della composizione organica del capitale, ( che prendiamo come rapporto c/v), il che viene fatto nel caso di riproduzione allargata, considerando “per semplificare” l’ipotesi che tutto il plusvalore vada all’ accumulazione. In quella rappresentazione sia  l’ingresso che l’uscita  del processo produttivo sono distinti nelle loro componenti. In entrata capitale costante c e variabile v, in uscita capitale costante c (quindi invariato) e prodotto di valore aggiunto v+pv. Nel caso di totale capitalizzazione del plusvalore è pv = Δc+Δv= capitale costante addizionale + variabile addizionale. La composizione del capitale cresce nel tempo, (così diminuisce il tempo di lavoro necessario e aumenta il pluslavoro), e  la composizione cresce  se e solo se l’incremento relativo  Δc/c del capitale costante è maggiore di quello Δv/v del capitale variabile. Per cui :



Nel l’abaco a questo punto si conclude, senza dover considerare la circolazione mercantile, guardando solo al capitale produttivo :
“Il senso storico di questa relazione è che con l’accumulazione allargata del capitale, ossia con la destinazione del plusvalore non a circolazione mercantile, ma a capitalizzazione del processo produttivo :

      a)     cresce la produzione di merce
      b)    cresce la produzione di capitale
      c)     cresce la produzione di plusvalore
      d)    cresce il capitale costante
      e)    decresce la rata di capitale variabile sul costante e sul totale
      f)     decresce il capitale variabile sociale,…..ossia la parte di prodotto sociale consumata dai lavoratori.”


Nota sui grafi RA

Il processo di  riproduzione del capitale è rappresentato  nei grafi in catena chiusa (il capitale  costante e variabile  e il plusvalore capitalizzato  ( RA),  prodotti nel ciclo annuale  in esame  figurano come capitale  anticipato al processo produttivo successivo ) . La rappresentazione è riferita a uno schema a tempo discreto  (il tempo è diviso secondo periodi di durata annuale non mobili , anche se la produzione  e la circolazione sono  ininterrotte e embricate ) ; ciò comporta che  il tempo scelto per il conteggio della produzione di capitale non coincide con quello della sua circolazione mercantile, che viene illustrata. Nei grafi RA la rappresentazione  comprende la monetizzazione  completa  del plusvalore,  anche  di quello capitalizzato  (prodotto nell’attuale ciclo  annuale di partenza per la RA) ; monetizzazione  indicata dalle linee dei flussi di moneta e di merce  per verificare che  anche ora (accumulazione) il plusvalore circola con le compravendite reciproche dei capitalisti ; il plusvalore circola,, ma il passaggio di ricchezza  da classe a classe  è già avvenuto nella produzione.  Ma il capitale  produttivo addizionale derivante dall’accumulazione  sarà  effettivo  solo  nel ciclo annuale seguente  ( non rappresentato), non ha ancora  cominciato  a funzionare  realmente nei processi produttivi. Quindi qui nei grafi RA sono indicate solo entrate uscite del processo produttivo del solo ciclo annuale di partenza della RA , ciclo che pone  solo le premesse materiali della RA. (vedi paragrafo “Il passaggio alla riproduzione ampliata”).













Nota 
Alcuni errori vengono corretti ed alcune aggiunte vengono apportate in seguito a riletture.