Rileggendo gli appunti scritti su Questioni dell’
Economia Marxista ci si avvede che in
questi si è lasciato spazio ad equivoci. Ciò non per mancanza di determinazione
a ripetere la teoria marxista, ma perché
le energie per un controllo meticoloso
con i nostri testi sono ridotte in un vecchio compagno disperso. Dovranno fare meglio fresche energie , operanti in un organico
ambiente cooperativo di compagni, esente da abbrutimento per attivismo e
volontarismo e da meschinità per personalismi.
Dei chiarimenti necessari
ad evitare equivoci ne vediamo due : I Le due classi, borghesia e proletariato ; II Circuiti monetari e riproduzione reale.
Allo stesso scopo rileggiamo il “Ciclo
del capitale merce”, L II.
I - Borghesia e proletariato
In relazione ai grafi di quello scritto, va messo in chiaro che la riproduzione della
classe operaia è quella del proletariato.
Il proletariato è necessario per l’esistenza e la riproduzione dell’ esercito industriale
attivo (EIA) nel processo lavorativo e
di valorizzazione capitalistico. Di qui viene la necessità di correggere un
particolare dei grafi del precedente scritto. In quei grafi abbiamo
indicato tre insiemi di funzioni
necessarie nella riproduzione del capitale sociale complessivo : proprietà P,
imprese industriali pure I ( senza
proprietà , sfera circolazione compresa), lavoro salariato S. Proprio questo
Simbolo può portare a pensare, in errore, che questo polo rappresenti solo i
salariati attivi, in modo discreto, ossia in quel ciclo isolato che si esamina.
Questo polo deve rappresentare , nel fluire continuo dei cicli, tutta la classe
proletaria, in tutta la sua composizione, attiva e non attiva . Il proletariato
tutto, nelle sue diverse sfumature è
sia prodotto necessario, sia condizione
necessaria dell’accumulazione capitalista.
( Confronta il capitolo XXIII L. I “La legge generale dell’accumulazione
capitalistica” e lo scritto P.C. Int.
“Marxismo e miseria”).
In tutta la scienza economica marxista, a partire dal “Manifesto”,
le “grandi classi opposte” son due : borghesia e proletariato.
Le
mezze classi - Nel
Manifesto venivano individuate le
due fondamentali classi opposte ; sono opposte,
perché una ha il compito di conservare il capitalismo, l’altra ha l’interesse
storico di fare passare l’umanità alla
società superiore senza classi ; le mezze classi non hanno un compito proprio
per un tipo di società proprio. Per studiare questa evoluzione il marxismo formula un modello o schema della
società capitalistica, con lo scopo definito di descrivere la demente
accumulazione di capitale e di individuare le classi fondamentali determinanti
nella lotta politica nell’epoca della rivoluzione sociale. Per questo preciso
scopo il modello può conglobare in un'unica classe (borghesia, classe passiva) capitalisti imprenditori
attivi e proprietari fondiari e monetari. Questa classe è opposta alla
classe operaia (classe attiva che il proletariato riproduce nel corso del capitalismo). Per fare questo
schema come base per la teoria non si
tiene conto di presenze non pertinenti allo scopo del modello ; si
prescinde dalla esistenza reale di altri
gruppi sociali, le classi spurie . Ossia consideriamo lo schema di una formazione sociale in cui la
produzione è puramente capitalistica, quindi con classi sociali pure. Con
questa semplificazione facciamo astrazione dall’influenza di queste classi
spurie sulla forma del ciclo delle crisi. Queste classi hanno carattere misto e funzioni che sono
composte con pizzichi di quelle definite nel modello e negli schemi a due
classi ( capitale, proprietà, lavoro salariato dello stesso proprietario) ;
sono funzioni condannate a une esistenza
stazionaria dalla bassa
produttività di un lavoro individuale e
da una dimensione parcellare della proprietà.
Il modello schema a due classi è quello che abbiamo negli
schemi della riproduzione del capitale che presentano un conto economico a due
classi ; in essi la rendita, che va ai
proprietari fondiari, è compresa nel
plus valore prodotto dai lavoratori nelle imprese del capitale, poi appropriato
dalla proprietà delle imprese e solo dopo ripartito (guadagno d’impresa,
rendita fondiaria, interesse). In questo modello i redditi primari (v,pv) sono prima reali ,
in un tutto di prodotto di valore, indiviso
che è il valore aggiunto ; poi i redditi sono monetari, in quanto la
distribuzione segue la produzione. Sono
due redditi sociali complessivi ( v e pv ) ; primari perché solo da questi derivano tutti gli altri redditi. E una classificazione binaria dei
redditi (primari, derivati) che anche tutte le contabilità nazionali borghesi a
malincuore e di soppiatto, devono adottare, per non fare chiacchiere ridicole
su fonti dei redditi e costrette dal fatto che la somma dei redditi è uguale al
valore aggiunto sociale complessivo. La somma dei redditi non è modificata
dall’intervento redistributivo dello Stato.
I grafi di quello scritto in quanto cercano di illustrare
il movimento ciclico continuo della riproduzione del capitale devono riportare
i tre insiemi di funzioni fondamentali svolte dalle due classi nel processo
(proprietà e capitale della borghesia da una parte e lavoro salariato del
proletariato). I grafi, per quanto riguarda le linee orientate dei flussi
quantitativi di valori merce (f l compresa) e moneta si riferiscono, nella
schematizzazione a tempo discreto, a un dato, isolato ciclo annuale solare, le
cifre non sono flussi ma i risultati dei flussi in un anno. Per tanto ci sembra
che un scelta migliore dei simboli degli insiemi dei grafi, per una
rappresentazione del processo nel tempo continuo, deve essere P, I e CP,
rispettivamente proprietà, capitale (imprese pure senza proprietà) e classe
proletaria.
Forza lavoro, valore e valore d’uso Il lavoro svolto in un ciclo annuale è quello
dell’esercito industriale attivo (EIA) ; questo esercito è uno dei reparti del
proletariato. Il lavoro è lavoro necessario
Ln + plus lavoro pL ; questi due lavori,
nella corrispondenza biunivoca fra lavori e valori delle merci prodotte,
si rappresentano rispettivamente nei valori v e pv del prodotto di valore
annuale ; quindi pv/v = pL/Ln. Il valore d’uso della forza lavoro, utilizzato
dal capitale è quello fornito dal EIA ; il valore o valore di scambio della forza lavoro è
quello dato dal lavoro Ln necessario :
1) alla conservazione di tutto il proletariato ; 2) alla esistenza del EIA ; 3)
alla permanenza del capitalismo.
La conservazione del proletariato riguarda tutti i suoi
reparti : proletari attivi, non attivi, temporaneamente attivi, tutte le sue
diverse fasce di età ( fanciulli, adulti, vecchi a riposo ), poi malati,
infortunati ; ossia conservazione e
riproduzione riguardano anche tutte le
forme differenti di esistenza della sovrappopolazione operaia relativa, compreso il pauperismo.
La questione cresce d’importanza quanto più crescono i
fenomeni ineluttabili di invecchiamento e di allungamento della vita media
della popolazione proletaria nei vecchi capitalismi e nel capitalismo mondiale
che invecchia
Elementi di riflessione 1) un compagno militante comunista
rivoluzionario vedeva con la mente e con il cuore la classe per cui lottava come fatta dei morti,
dei vivi, dei nascituri : una sommatoria integrale, una funzione
nel “filo del tempo” dell’ epoca capitalistica ; quindi non un dato unico, istantaneo, e
neanche un risultato definito nel tempo di un ciclo del capitale ; 2) i
meccanismi capitalistici di produzione e distribuzione dei mezzi di
sussistenza, comprese le spese di istruzione scolastica per i fanciulli, per i proletari non ancora in grado di
lavorare e per quelli non più in grado di lavorare sono identici : tutto il
prodotto per la sussistenza di questi proletari dipendenti è prelevato sul
risultato del lavoro dell’ EIA ; 3) il salario lordo in moneta versato dal
capitale ai lavoratori attivi contiene anche
il flusso monetario di alimentazione del fondo di assicurazione per
malattia, per infortuni, disoccupazione e vecchiaia ecc…..; 4) la forza lavoro, come capacità di lavoro
nell’industria sviluppata contiene il contributo tramandato di conoscenze, attitudini, abilità, esperienza delle diverse
generazioni proletarie antecedenti ; contributo che è permesso dalla vita in
comune di fanciulli e vecchi lavoratori a riposo, ma vivi : il che è imposto
alla società capitalistica dai legami di solidarietà, di sangue e di classe ;
5) anche nella comunità umana senza classi sociali il lavoro complessivo dei
produttori liberamente associati provvede ai bisogni dei membri della società
non ancora in grado, non più in grado di lavorare, malati, infortunati, in gravidanza, ecc…
Il comando su lavoro e
sull’articolazione della produzione, sull’estensione giornaliera o
annuale e intensità del lavoro, il possesso, l’usufrutto del prodotto sono dei produttori liberamente
associati: La previdenza sociale è
quindi una questione di programmazione razionale del lavoro e dei rapporti con
la natura e questione del
mantenimento di un fondo di scorte di
mezzi di consumo. La comunità ha un piano di vita della specie e della natura
tutta.
II - Circuiti monetari
e riproduzione reale
Nello scritto precedente su Questioni dell’Economia Marxista
abbiamo dato tanto spazio alla
circolazione del denaro nel ciclo del capitale. Vogliamo qui in questa postilla seguire il movimento
ciclico del capitale, facendo astrazione dalla circolazione monetaria.
Con l’esame precedente
miravamo a combattere la sfacciata propaganda della teoria economica
borghese. Con quello scopo abbiamo constatato alcuni nostri punti fermi. Questi
valgono per l’esame che facciamo, salvo avviso contrario ; questo esame è
quello del corso storico del capitale
sociale complessivo, che è il decorso della riproduzione normale, che Marx
chiama anche “media ideale” ; in questo esame non rientra l’analisi della
concorrenza e delle differenze fra capitali individuali ; queste differenze riguardano i valori di c/v e pv/v ; è un esame
per esporre la struttura economica della società capitalistica.
Pertanto per i caratteri della
circolazione monetaria che di seguito elenchiamo occorre tenere presenti le semplificazioni
e le astrazioni di quel esame.
Nota – In relazione allo studio
del movimento del capitale sociale complessivo, per il quale non è pertinente
l’esame della concorrenza fra capitali individuali, occorre notare che sarebbe
una inutile complicazione voler trattare il capitale sociale merce complessivo
(valore del prodotto ) invece che con la formula M’ = c+v+pv, con la formula
dei “prezzi di produzione” ; questi sono
valori definiti nella produzione, tramite il saggio medio di profitto, e non
nel mercato. Non solo, ma a livello sociale complessivo la somma dei valori
merci è uguale alla somma dei loro “prezzi di produzione”.
Il riflusso del denaro
- Elenchiamo i
caratteri essenziali dei due circuiti monetari : 1) il denaro investito come capitale monetario anticipato (c+v)
parte dal e ritorna al monopolio del denaro della proprietà dei capitalisti, in
quantità immutata ; 2) è un circuito chiuso, perfetto , senza perdite e senza
affluenti ; 3) il plus valore e il plusprodotto
corrispondente di ogni ciclo circolano solo con compra vendite fra capitalisti,
che se ne sono già appropriati in termini reali, da subito dopo la produzione ; ossia
circolano con il denaro delle loro
riserve monetarie ; queste riserve restano così invariate per la classe dei
capitalisti ; 4) ciò significa che i capitalisti complessivamente guadagnano in moneta , ciò
che spendono in moneta ; il denaro serve
solo a distribuire tra loro il plus valore da altri creato ; se lo godono, se
ne arricchiscono solo grazie al plus lavoro della classe operaria ; 5) interesse
e rendita fondiaria per la forma monetaria vengono pagati dall’insieme delle
imprese del capitale alle funzioni comproprietarie del plus valore solo grazie al denaro che quelle stesse
categorie di capitalisti, proprietari passivi, spendono per i loro consumi
presso il capitale industriale e commerciale, considerato in un blocco unico
integrato ; 6) ciò vuol dire che interesse
e rendita vengono pagati ai capitalisti passivi in natura con il lavoro
salariato : anche qui vediamo che il denaro, in se stesso, non è un elemento
della riproduzione reale ; 7) a livello
sociale complessivo non è possibile un risparmio monetario (tutti vendono senza comprare altrettanto) preliminare alla
accumulazione del capitale sociale complessivo.
L’esame di questi due circuiti chiusi monetari, (c+v) e pv, conferma la nostra tesi : il
denaro nella riproduzione normale del corso storico del capitalismo è solo un
meccanismo sociale per la ripartizione e distribuzione del prodotto in forma di
capitale merce ; sono due operazioni che,
nel corso storico, devono soddisfare le condizioni di una riproduzione del
capitale almeno a scala costante. Questo meccanismo sociale, particolare ai modi di distribuzione fondati
sullo scambio, ha il costo di uno
sciupio di lavoro umano, passato (morto ) e contemporaneo (vivo) ; è uno sciupio sempre più indispensabile al capitalismo,
inesistente nel comunismo. Produzione,
distribuzione, consumo (produttivo e individuale), sempre in questa ordinata
successione per ogni prodotto, sono fasi
dell’attività economica universali ; sono presenti nello stesso ordine
causale anche nella società futura ; mentre qui la circolazione mercantile
monetaria è assente. Il carattere orientato causale della successione riguarda
il singolo prodotto ; nel capitalismo anche ogni data parte elementare di
valore ; invece a livello sociale le tre
fasi suddette sono sempre presenti, coesistenti, contemporanee, anche se
sfasate nel tempo. Vedi “ le tre figure del processi ciclico” L. II.
La più grande parte della storia della
successione dei modi di produzione della società umana, vecchia di quasi un
milione di anni, si è fatta senza dipendere dallo scambio.
Le scelte per l’astrazione - Nel
seguire, nel corso storico, il processo ciclico del capitale, se lo scopo è
quello di considerare i valori merci prodotti, distribuiti e consumati, giusto
per determinare i lavori che questi valori rappresentano e quindi, a parità di
intensità ed estensione del lavoro
medio, il numero di proletari salariati attivi (che è in rapporto alla
popolazione proletaria tutta), se non si vuol cadere in inutili complicazioni,
fra gli aspetti da tenere in conto non vi è quello della circolazione
monetaria.
Pur con questa astrazione gli schemi della riproduzione
del capitale e le relative illustrazioni grafiche descrivono ancora la sequenza
: produzione di capitale, circolazione delle merci con la legge del valore,
distribuzione e consumo della produzione. Per una illustrazione grafica seguire
nei grafi solo le linee rosse dei flussi di capitale merce. Da notare : 1) il
circuito di queste linee contiene il processo produttivo, ciò che non avviene
per i circuiti della moneta ; 2) da questo circuito della riproduzione reale è,
quindi, esclusa la circolazione del
capitale monetario da prestito, che finanzia il capitale industriale inteso
nella sua forma pura, senza proprietà.
Gli esempi di Marx - Qui di seguito consideriamo
alcuni passi degli scritti di Marx in cui viene adottato, a scopo di studio, il
procedimento di trascurare la circolazione monetaria in alcune fasi della
riproduzione del capitale : 1) quando considera “l’analisi del processo di
produzione" L. III, esaminando la circolazione del solo capitale variabile, scrive : “Immaginiamoci che la circolazione monetaria non esista” ;
poi considera il circuito del capitale variabile v , quando questo ha la forma
materiale di mezzi di sussistenza, diretti alla classe proletaria, e poi dopo quello di forza lavoro riprodotta, poi quando crea il valore
aggiunto nel processo di valorizzazione, quando di nuovo con il consumo dei
mezzi di sussistenza viene reintegrata la forza lavoro consumata ; 2) quando
esamina ( L. II) gli scambi necessari di merci fra la due sezioni I e II
premette : “lasciando da parte per ora la circolazione monetaria che di
dette conversioni rappresenta il nesso “
; l’analisi con intervento del denaro è successiva, in accordo con il fatto che
prima del mercato e dello scambio c’è la produzione ; ossia nel regime normale
di riproduzione, finite le oscillazioni
per gli aggiustamenti delle sproporzioni, si ha proporzione data fra le
produzioni I e II ; L. II : cII (mc) = (v I + pv I) (mp) ; 3) nel
capitolo “ Trasformazione del plus valore in capitale” L. I Marx fa i conti solo in termine di lavoro, confrontando un
ciclo con quello seguente a scala ampliata ; afferma : con l’accumulazione la classe operaia
riacquista il frutto del suo lavoro passato con più lavoro di quello che è
costato. Ne deduciamo che la propaganda per la ……“ lotta” per gli investimenti
e per la …..“ lotta” contro l’austerità
è propaganda per il capitale ; 4)
abbiamo in mente da anni un passo di
Marx, che però non abbiamo sottomano per il controllo. In quella occasione Marx
considera il “doppio mulinello”, quello
dell’entrata di mezzi di sussistenza e
uscita di forza lavoro dalla classe operaia
e quello dell’entrata e consumo di forza lavoro nel processo produttivo
e uscita di mezzi di sussistenza diretti alla classe operaia, come parte del
prodotto di valore (v + pv) ; è una
analisi fatta tralasciando la mediazione
della circolazione monetaria.
Avvertenza -
Considerando la circolazione delle merci (stadio CC di
P…CC…P) senza intervento del
denaro si trascura il fatto che “ nessuno può vendere senza che un altro compri
; ma nessuno ha bisogno di comperare
subito per il solo fatto di avere venduto” questa constatazione di Marx è la spiegazione
più generale della possibilità delle crisi. Vogliamo con ciò avvertire che nel
fare astrazione dalla circolazione monetaria isoliamo alcuni aspetti del
processo capitalistico e ne trascuriamo altri, importanti per spiegare le crisi
e i loro cicli. L’astrazione ha senso per uno studio semplificato e per
determinati scopi ; ha validità per periodi di riproduzione normale nel corso
storico, perché questi periodi vengono individuati prescindendo da crisi e
guerre, e per i quali i prezzi monetari delle merci, forza lavoro compresa,
coincidono con i loro valori e le operazioni di circolazioni delle merci,
tramite il credito bancario e commerciale, si sono concluse, col rispetto
finale della legge del valore.
Il ciclo del
capitale merce
Tutte le tre figure del processo ciclico del capitale (L. II) si prestano a chiarire
alcuni passaggi dello scritto “Questioni
di Economia Marxista”. Studiare i n ostri testi è il metodo di lavoro del
partito comunista storico, per non smarrire la strada che da secoli possediamo.
Proponiamo di studiare il “Ciclo del capitale merce” L. II. Il ciclo è M'÷M’.
Qui di seguito, da quel capitolo, riportiamo cinque passi. Questi mostrano come
Marx considera i cicli del capitale dello scorrere del tempo e nel collegamento
di un ciclo con quello precedente e con quello seguente. E il metodo di seguire
il filo del tempo.
I cinque passi di Marx
- “ La ripartizione del prodotto sociale complessivo…, da un lato
in fondo di consumo individuale, dall’altro in fondo di riproduzione, è
compresa in questa forma ( M’÷M’) del
ciclo del capitale. “
-
“ Ogni articolo prodotto
capitalisticamente è però capitale
merce, sia che che la sua forma lo destini al consumo produttivo, sia quello
individuale, o ad ambedue.”
-
“ Nella forma M’÷M’ il consumo dell’intero
prodotto merce è già presupposto, come condizione del normale svolgimento del
ciclo del capitale.
-
“ Il movimento del valore capitale (individuale)
nella forma III (M’÷M’), fin da
principio , appare soltanto come parte del movimento della massa generale dei
prodotti.”
-
“…Si dimostra qui ( M’÷M’) che …la
riproduzione su scala allargata può avere luogo, a produttività invariata,
soltanto se nella parte di plusprodotto da capitalizzare sono già contenuti gli
elementi materiali del capitale produttivo addizionale ;…”
E utile illustrare
il ciclo con un grafo che riportiamo. Questo si riferisce a un periodo annuale
di M’÷M’ capitale merce valorizzato. ( E la grandezza che prendiamo come misura
del capitale, anno per anno , a tempo discreto.) Il grafo può servire ad
illustrare sia la riproduzione semplice RS, che la riproduzione ampliata RA,
facendo astrazione dalla circolazione
monetaria.
Nota - 1) se il grafo illustrasse nel capitale costante c e nel suo incremento delta c la suddivisione nelle componenti
annuali c1 (logorio capitale fisso) e c2 (consumo materie prime e ausiliarie) e
in quelle Δ c1 e Δ c2 ; 2) se si considerasse il fluire dei cicli e
la crescita della produttività del lavoro (c/v ), in tale caso verrebbe
rappresentato l’ingigantirsi del
capitale fisso, che si appropria di plusvalore nei cicli del capitale
circolante e fa aumentare c2 e c I , rispetto a
v, quindi c/v, ossia la produttività del lavoro e il pv relativo, (non abbreviando la giornata lavorativa, riducendo il lavoro necessario alla riproduzione del proletariato Ln, aumentando il pluslavoro pL, che si rappresenta nel l pV) quindi diminuisce v/(c+v+pv), ossia diminuisce
la parte v della classe proletaria del prodotto sociale complessivo c+v+pv. Il capitale fisso, prodotto del capitale circolante esalta la sua causa, il capitale circolante: processo circolare di reazione positiva, insostenibile in permanenza, catastrofico.
Nella società superiore, a cui conduce, con lo sviluppo delle forze produttive sociali, lo stesso
capitalismo nella successione dei modi di produzione, i produttori liberamente
associati producono secondo i bisogni della società e secondo il piano di vita
futura della specie umana ; sviluppando la produttività del lavoro, i grandi
impianti, i mp a lunga durata e lunga ricostituzione, l’automazione, ecc… per
ridurre l’orario di lavoro per tutti i membri della società in grado di lavorare. Proprio l’opposto dello
scopo capitalistico, che è quello, schiavizzante, dell’accumulazione accelerata
del capitale. Questa legge del funzionamento della comunità umana senza classi
è una legge nel senso scientifico di una necessità della struttura economica e
sociale, e non nel senso di una regola obbligatoria stabilita da una autorità
superiore. Quindi di questa comunità umana "il principio fondamentale è lo sviluppo pieno e libero di ogni individuo"
Avvertenza -
a) Il capitolo “ Il ciclo del capitale merce “ si trova
nella sezione I del L.II ; questa
precede la sezione III, che tratta del
ciclo del capitale sociale complessivo.
b) i vari punti
del ciclo M’ ÷ M’ li
analizziamo riferendoci più
frequentemente al capitale sociale complessivo, piuttosto che al ciclo del
capitale individuale.
c) In questa analisi presupponiamo, visto lo scopo di una analisi generale del
processo capitalistico, la vendita diretta del capitale merce valorizzato M’,
ossia senza l’ intervento del capitale
commerciale.
d) il che significa che consideriamo il capitale
commerciale puro (ossia nella sua forma propria, caratteristica del comprare
per vendere) niente altro che il capitale sociale complessivo, che funziona
nella sfera della circolazione monetaria e mercantile (CC) delle merci (P…CC…P).
e) in questa sfera il capitale si trova sia nella forma
merce, sia nella forma denaro ; quindi abbiamo il capitale commerciale per il
commercio di merci e il capitale commerciale per il commercio di denaro.
f) in questa sfera non si crea né valore, né valore
d’uso, né plus valore, né valore aggiunto, né reddito sociale complessivo
primario.
g) il capitale industriale cede una parte del pv, che ha
prodotto, al capitale commerciale di merci ; perché si incarica di realizzare in
denaro il valore c + v + pv del prodotto merce M’ . I redditi dei capitalisti e
lavoratori salariati del commercio (nella sua funzione propria di comprare per
vendere) provengono da questa quota di pv industriale : in questa funzione
commerciale non c’è produzione di valore, di qui la tesi sui redditi nel commercio di merci sopra
enunciata.
h) pertanto, visto il presupposto, quando affermiamo che,
nella riproduzione normale del corso storico del capitale, i prezzi di compra
vendita delle merci sono uguali ai valori, ci riferiamo ai prezzi pagati
dall’acquirente finale, in quanto consumatore produttivo o personale ultimo del
valore d’uso della merce.
i) questi prezzi finali sono quindi quelli incassati
dall’insieme imprese ( che, visto il presupposto, rappresentiamo con un unico
polo) ; la somma di questo denaro incassato rifluisce dall’insieme imprese al monopolio del denaro,
che lo ha finanziato precedentemente nel
ciclo.
j) le funzioni “ eterogenee” (trasporto, magazzinaggio ,
spedizione, vendita al dettaglio , ecc…)
svolte nelle imprese chiamate
commerciali dalle classificazioni istituzionali nazionali, sono processi
“complementari di produzione”, che noi
associamo a quelli delle imprese industriali nei nostri schemi e relative illustrazione
grafiche .
k) il valore aggiunto non è mai creato nelle funzioni del
capitale commerciale puro (comprare per vendere per il commercio di merci), né
tanto meno nelle funzioni del capitale
commerciale per il commercio del denaro nella circolazione monetaria ( sistema
bancario, nella funzione intermediaria
non creatrice di moneta ; operazioni di
cassa per pagamento, incasso, compensazione ;
società di intermediazione finanziaria, ossia prendere a prestito per prestare, di commercio titoli e scambio di monete nazionali, ecc…)
l) le contabilità nazionali borghesi ( nel calcolo del
prodotto di valore e quindi del PIL (v+pv+c1, lordo perché non si detrae il
logorio c1 del capitale fisso) fanno molti sforzi per affermare la produzione di valore
aggiunto nel settore del commercio di merci e , con ancor maggior
sfacciataggine, nel settore delle
banche, società di intermediazione finanziaria, ecc…)
m) le contabilità borghesi affermano quindi che il valore
aggiunto complessivo sociale annuo è la somma di tre valori aggiunti ( quello
dell’industria, quello del commercio merci, quello della finanza).
n) ma devono
definire questi tre valori aggiunti, con un po’ di acrobazie, in modo che la
loro somma, come quantità di valore espressa in termini monetari nazionali,
coincida perfettamente con quella reale del paese che le assume ; questa somma coincide
perfettamente con la nostra grandezza del valore aggiunto, dato dal processo
del solo capitale industriale, calcolato in termini monetari con i prezzi
“finali” uguali ai valori, e non con i prezzi (minori) pagati dal capitale commerciale
a quello industriale, quando questo ha
ceduto a quello una quota di pv.
o) tutto lo sforzo borghese (in combutta mondiale dei
vari capitalismi) nella giustificazione di queste “teorie “ sul valore aggiunto è determinato
dall’interesse a negare, tacendola, la
nozione di valore – lavoro delle merci prodotte
capitalisticamente ; ciò per sostenere che i valori delle merci e quindi i valori aggiunti, quindi i redditi
primari si determinano nel mercato, direttamente in forma monetaria ; ossia
nello scambio delle merci con il denaro.
Dove si vede che il mercato , oltre ad essere “ un vero Eden dei diritti innati
dell’uomo ….” (L.I su Bentham), è anche un santuario per i miracoli.
.
In relazione al punto 1 – La ripartizione del
prodotto sociale complessivo annuo, il cui valore è M’ = c + v + pv, avviene
, da subito, con la suddivisione in due
parti : una parte, che è nella forma
materiale di mp , quindi con destino predeterminato dal dominio sul lavoro, è
capitale costante ; questo inderogabilmente va a reintegrare esattamente quello consumato
( c = c1 + c2 ) nel processo …P… di produzione e di valorizzazione e trasferito
nel valore del prodotto ; l’altra parte è valore aggiunto (al valore c
costante) dal nuovo lavoro vivo
(attuale, dell’anno in esame) proletario salariato ; lo definiamo prodotto di
valore annuo v + pv (da non confondere,
come da Adam Smith in poi preme tanto
alla borghesia , col valore del prodotto
c + v +pv annuale).
Nota bene : questo valore aggiunto, che costituisce il
reddito sociale annuale, risulta dato in
partenza dal lavoro salariato annuale dei proletari occupati ; dato , sia come
valore che come valore d’uso, in un tutto indiviso prima della ripartizione e
distribuzione : non si forma affatto con la somma dei due redditi primari v e
pv. I due redditi primari si separano
successivamente dalla massa complessiva
di merci e valore aggiunto totale prodotto. Produzione, distribuzione, consumo
sono fasi economiche comuni a ogni modo
di produzione, nel capitalismo
ripartizione e distribuzione avvengono con lo sciupio della circolazione mercantile e
monetaria ; il consumo delle merci non è
incluso nel ciclo del capitale dal quale esse provengono. Marx fa sempre
attenzione al carattere orientato e causale del
ciclo ; segno che anche ai suoi tempi la borghesia truffava
sfacciatamente sulla questione. Quel
carattere orientato e causale riguarda ogni parte elementare di capitale ;
mentre gli stadi di trasformazione del capitale
D - M ; …P…; M’- D’
, nel fluire ininterrotto del processo, sono
per il capitale sociale complessivo sempre contemporanei e coesistenti, ma non in sincronia (perché ciascun stadio ha
un suo tempo di percorrenza), altrimenti
la produzione subirebbe interruzioni e procederebbe a sbalzi. Il ciclo
ha un carattere : 1) orientato, perché
si può distinguere un valore capitale in entrata nello stadio da quello in
uscita, 2) causale , perché l’uscita di un elemento di
capitale da uno stadio in un dato istante dipende dal valore dell’entrata in
un istante precedente nello stesso
stadio (vedi il libro II “Il tempo di circolazione”, ossia di rotazione).
Se il consumo alla fine del ciclo reagisce e influenza la
produzione all’inizio del ciclo, questa reazione non modifica il carattere
orientato e causale della successione di
andata degli stadi nel ciclo del capitale, quindi neanche quello della
successione produzione, distribuzione,
consumo.
I due redditi primari v e pv sono quelli che , nel corso della
riproduzione del capitale, devono andare alle due classi o agenti delle due
funzioni : lavoro salariato da una parte
e dall’altra proprietà e capitale puro senza proprietà : i rapporti di
distribuzione sono determinati da quelli
di produzione.
I redditi, monetari e reali, che altre categorie o gruppi
di professioni ottengono da quelle due classi per prestazioni di servizi sono
redditi derivati da quelli primari. Lo Stato attua una redistribuzione dei
redditi con prelievi di imposte e contributi , che in definitiva sono sul valore aggiunto
sociale, ossia sulla somma redditi
primari. I redditi ridistribuiti (trasferiti) dallo Stato : 1) non rientrano nel calcolo del valore
aggiunto sociale annuo (prodotto di valore ) ; 2) sono spostamenti, una volta che questo è stato prodotto ; 3) i
redditi ridistribuiti provengono solo dal lavoro dei proletari salariati
attivi.
Ciò riguarda anche i cosiddetti redditi
di “cittadinanza”, di
“inclusione” di “integrazione e dignità”, ecc… E riguarda anche i
redditi monetari provenienti da tutte le forme di previdenza, protezione,
assicurazione e sussidi sociali e tutte le forme di carità ufficiale.
Nota – lo Stato. Non consideriamo gli effetti del debito e dei deficit nel
bilancio dello stato ; e non prendiamo in esame il potere dello Stato nel
concentrare e organizzare la violenza potenziale e cinetica nella società a difesa del capitale e della
appropriazione di classe del prodotto. Nella schematizzazione e nella illustrazione con i grafi, fra i poli
dei flussi di valore in merci e denaro non abbiamo introdotto lo Stato : tutto
il consumo improduttivo dello Stato, compreso quello dei suoi funzionari, non
impegnati in un lavoro produttivo. è compreso nel consumo improduttivo
generale della borghesia, nel nostro
modello fa parte del consumo del plus valore. Diversa è la classificazione
delle spese dello Stato che vanno per la conservazione, riproduzione,
istruzione della classe proletaria, che sono spese necessarie per la
conservazione del lavoro salariato ; per
il nostro schema a tre poli : lo Stato dirige una partita di giro prelevando
una parte del reddito prodotto dalla classe proletaria. Se facciamo astrazione
dal deficit del suo bilancio annuale , lo Stato , soddisfatta la burocrazia, fa ritornare
la somma di quel prelievo, dimagrita, al proletariato nella forma delle prestazioni suddette.
Nota – I fondi – Nel passo riportato al punto 1 viene usato il termine “fondo”.
Marx considera spesso la presenza, per avere un ciclo normale del capitale, di
fondi di compensazione fra afflusso di merci dalla produzione e deflussi delle
stesse verso il consumo ; es. “fondo di conservazione del lavoro
salariato”, “fondo di consumo della
classe capitalistica”, “ fondo di riproduzione” di mp per il consumo produttivo.
Ricordiamo L. I : “se si adopera capitale per anticipare salari agli operai,
esso non aggiunge nulla al fondo (ms) per la conservazione del lavoro.”
La spesa dei redditi – tutti i redditi percepiti
in forma monetaria in un anno nella riproduzione normale sono spesi presso
l’insieme delle imprese ( industriali e commerciali riunite) per acquistare
tutto il reddito sociale complessivo reale
prodotto nell’anno corrispondente, prodotto con un anticipo, rispetto
all’acquisto, dovuto al tempo di circolazione tipo M’- D’ (in riferimento a una
delle figure del processo ciclico del capitale).
La proprietà delle imprese è della classe dominante, che
si appropria di tutto il prodotto reale. La massa di denaro (moneta) del
reddito sociale complessivo annuo (v + pv) dalle imprese rifluisce al monopolio
del denaro, sistema bancario compreso, dal quale era partita. Era partita con
l’anticipazione di capitale monetario variabile v e con la spesa dei
capitalisti per la circolazione del plus valore ; ( vedi circolazione del plus
valore).
Conclusione : il denaro è un meccanismo sociale per la
distribuzione del prodotto e quindi in
particolare del valore aggiunto, secondo le esigenze del processo capitalistico.
Noi dobbiamo fare soprattutto i conti in termini di valore, quindi di lavoro,
quindi di numero di lavoratori attivi, quindi di popolazione proletaria tutta.
In relazione al punto 2 ) – Questo passo ricorda
che la “palude del mercato” ( da M’ a M nella linea orientata rossa del grafo)
segue, nel tempo, il “vulcano della produzione” (…P…) : la sovranità nelle
decisioni sull’articolazione e composizione della produzione è della classe
dominante, che esprime le esigenze
impersonali del capitale e non quella di individui, persone, imprese isolati
nel mercato ; la classe produttrice è stata privata del comando del suo lavoro,
e il suo prodotto è appropriato dall’altra classe.
In relazione al punto 3) – Dalla constatazione
dei due circuiti chiusi del denaro ne
deduciamo che l’intero reddito monetario complessivo sociale annuo è
destinato, nella riproduzione normale del corso storico del capitale, ad essere speso per acquistare il reddito
reale corrispondente ( v + pv ) prodotto, ciclicamente, prima dell’acquisto.
Nota 1 - Il
reddito prodotto e distribuito nel periodo considerato comprende il valore dei
mc delle due classi e quello del capitale produttivo addizionale per l’ampliamento della
produzione (accumulazione del capitale) .
Nota 2 – Una parte
della classe operaia salariata
può risparmiare, in forma monetaria, in un dato periodo, sufficientemente
lungo di riproduzione normale, se e solo
se l’altra parte della classe nello stesso periodo riduce i suoi risparmi
depositati in banca o investiti in titoli fruttiferi ; qui le due parti si
passano i titoli di credito come in una staffetta.
Esempio per chiarire : Limitiamoci a titoli di credito
(azioni) verso il capitale di società per azioni. I corridori della staffetta,
che si passano i titoli, contano sul fatto che questo capitale nel suo
complesso, di diritto o di fatto, non è destinato a essere rimborsato ; queste
imprese, nel corso normale continuano ad appropriarsi di pv ; l’idea dominante
per i partecipanti alla corsa è quella della “concezione secondo la quale
qualsiasi reddito monetario, determinato e regolare appare come l’interesse di
un capitale” L. III. Se ci riferiamo al prospetto numerico dello schema della R
S : Reddito annuo della borghesia pv = 1500 ; supponiamo tasso di interesse i =
4% ; supponiamo che tutte le imprese siano
S.P.A. , allora il capitale fittizio complessivo è K f =
pv / i = 1500/0,04 = 37500, di contro a
un prodotto di valore annuo = 3000. Il capitale fittizio, valore venale
(prezzo) in borsa dei titoli di diritti su pv futuro, è sempre in mano alla proprietà
: le compra vendite delle azioni in circolazione sono un semplice spostamento
interno nella spartizione privata individuale della proprietà delle imprese. Il
singolo possessore di azioni, se vuole aumentare il suo consumo, deve vendere
le azioni in suo possesso al successivo elemento della staffetta. Se il pv
cresce, a parità di i, il capitale fittizio cresce ; se il pv cresce di più del capitale
variabile v, il rapporto K f /(v + pv)
cresce ; ossia il capitale fittizio K f cresce rispetto al prodotto di valore
(v + pv) . Il capitale fittizio appare come una fonte nuova e miracolosa di
ricchezza.
Nota 3 – Il reddito sociale ha quattro facce : valore
aggiunto ; reddito monetario ; valore e
valore d’uso dei prodotti consumati ; ha due forme : merce e denaro, e tre
tempi : di produzione, di circolazione, di consumo.
Quella sopra sottolineata è una tesi della scienza
economica marxista ; ne vediamo nel seguito
un’applicazione alla questione pensioni operaie e previdenze varie della
ipocrita filantropia borghese, che riguardano il proletariato nelle sue diverse
sfumature.
La tesi suddetta si può verificare con le seguenti
osservazioni : a) nel capitalismo non si conoscono consumatori non paganti ;
b) l’intero ciclo del capitale “procede
normalmente solo fino a che le sue
differenti fasi (D – M ; …P…; M’-D’) Trapassano una nell’altra senza ristagno”
; c) noi studiamo la riproduzione
normale del capitale, definita da Marx,
descritta dall’andamento del capitale che abbiamo rilevato sperimentalmente.
Nota 4 – Lo studio della riproduzione normale nel corso
storico del capitalismo mondiale fa astrazione dalle perturbazioni che
impediscono la riproduzione del capitale almeno a scala costante. Ossia si
prescinde da crisi, guerre, oscillazioni dei prezzi intorno ai valori delle
merci, anche per la forza lavoro ; si prescinde dalle follie del credito, dai
cicli vitali di espansione e contrazione della produzione industriale, dal
ristagno del capitale in uno degli stadi di trasformazione, quindi si prescinde dalle variazioni annuali di scorte di invenduto e di prodotti
in corso di fabbricazione.
Quando ci limitiamo allo studio della riproduzione
normale lo facciamo anche perché il meccanismo della produzione capitalistica è
come un sistema che ha una sua regolazione automatica, impersonale ; è un sistema che si autogoverna
secondo proprie leggi interne, per il decorso, nel complesso, medio, normale,
accelerato ; (tutti gli organismi viventi hanno la capacità di autoregolarsi e
non sono eterni). E proprio questa accelerazione che porta l’organismo alla morte.
Infatti Marx descrive i seguenti caratteri del
capitalismo : 1) movimento del “ valore
autonomizzato” ; 2) quattro fasi di azione reazione fra accelerazione
dell’accumulazione – riduzione del EIR- aumento dei salari – rallentamento dell’accumulazione – crisi ; 3) tendenza alla
stabilità di fronte alle perturbazioni. Alcuni esempi di questi analisi si
trovano nel capitolo sulla “ legge generale dell’accumulazione capitalistica “ (L.
I) e in quello sulle tre figure del processo ciclico (L II).
Ci interessa soprattutto l’evoluzione (nascita , vita, morte) di tutto l’organismo con la sua
capacità di autoregolarsi. Tutto ciò non vuole affatto dire che nella scienza
economica marxista non ci siano innumerevoli analisi delle crisi ricorrenti. Tutte queste analisi
portano a concludere che benessere,
prosperità, alti salari sono temporanei e che non temporanei sono la certezza
delle crisi e l’incertezza dell’esistenza dei proletari.
Ritorno al punto 3 – Riprendiamo la tesi
precedente, quella del destino dell’intero reddito monetario. Ciò riguarda il
reddito primario, quello delle due
classi, borghesia e proletariato:
Vediamo se è possibile trasferire questa affermazione a ciascuna,
separatamente, delle due classi. Nel corso storico del capitalismo , deve
avvenire la riproduzione e conservazione della classe produttrice del plus
valore, ossia del proletariato, che riproduce l’ EIA. Ciò avviene da parte della classe proletaria
con l’acquisto con denaro dei m s, ossia
con la spesa del suo reddito monetario.
Se questo reddito non fosse tutto così speso, non ci sarebbe il riflusso del
denaro alla proprietà, che lo ha investito come capitale variabile v e la
riproduzione del capitale non potrebbe avvenire neppure a scala costante.
Il circuito del denaro – Il denaro ( come moneta) di tutto il reddito della
classe proletaria compie un circuito chiuso su se stesso. Partenza e arrivo del
giro sono sempre nel monopolio del denaro
della classe capitalistica. Le tappe intermedie del giro, di sosta e
ripartenza, sono tappe in casse pensioni ( a ripartizione o a
capitalizzazione) in enti e amministrazioni statali per la previdenza e
“protezione sociale”, poi tappe di passaggio nelle varie imprese ; queste tappe
intermedie non possono modificare il carattere del giro, perché la prima tappa
dopo la partenza ( quella per il pagamento dei salari lordi) e
l’ultima prima dell’arrivo del giro (per comprare i ms ) sono sempre costituite
dal capitale, inteso come insieme delle
imprese industriali e commerciali, pure ( senza proprietà), conglobate. Queste
imprese, in quanto proprietà della classe dominante e dalla sua proprietà
finanziate , fanno rifluire la massa del reddito monetario proletario al
monopolio borghese del denaro : questo è il meccanismo del denaro.
Si tratta di tutto il reddito monetario annuo, se
consideriamo il periodo annuale normale,
ricevuto dalla classe proletaria da varie provenienze, per titoli diversi, per
diversi settori, attivi e non attivi della classe. La borghesia presenta sulla
questione le sue inquietudini più recenti come un problema generale e sociale,
ma di equilibrio finanziario delle diverse casse pensioni e dei diversi enti
statali di assistenza e assicurazione sociale, ossia come un problema del
circuito monetario. Ciò, dal suo punto di vista, è naturale, in quanto ciò
porta ad argomentazioni più funzionali per fare accettare proposte tipo : riduzione delle pensioni
monetarie e allungamento dell’età pensionabile ecc….
Il monopolio
del denaro – Ritorniamo
quindi al monopolio del denaro della classe dominante. Questo comprende tutto
il sistema bancario, banca centrale compresa, tutto il sistema del credito
; questo credito, facendo astrazione dal
credito al consumo, che rende ancora più schiavi i proletari, viene concesso
come credito di capitale monetario solo alle imprese. Oggi , ormai, il denaro
propriamente detto, l’oro, circola solo qualche volta in lingotti nei rapporti
fra banche centrali nazionali distinte, che ne tengono grandi riserve. La
moneta che circola nei vari capitalismi nazionali è tutta moneta di credito sul
sistema bancario nazionale. Il compratore di merce con la moneta che ha
ottenuto dal sistema bancario (cartacea o scritturale) rimane debitore del
sistema bancario, il venditore della stessa merce diventa creditore del sistema
bancario ( quindi del sistema che lo regge).Nella riproduzione normale del capitale
sociale complessivo il riflusso del
denaro (moneta di credito) al monopolio del denaro significa
che il debito del sistema bancario verso il resto della società, avvenuto il
riflusso, non pone più problemi perché il debito non esiste più, la moneta di
credito è ritornata a chi la ha
fabbricata. Ora nel corso normale di un vecchio capitalismo che
invecchia, le vere preoccupazioni , permanenti,
in prospettiva di lungo periodo, della borghesia vanno ben oltre quelle delle crisi finanziare e monetarie, che sono contingenti e cicliche, tante volte
conosciute e superate. Dobbiamo considerare i grandi problemi demografici dei
vecchi capitalismi.
L’invecchiamento del capitalismo – Il
grande e crescente problema dei vecchi capitalismi è quello dovuto
all'allungamento della durata media di vita, dell’invecchiamento ( aumento
della percentuale di proletari anziani o a riposo), del calo di fecondità e nascite, del
rallentamento della riproduzione della
popolazione proletaria, dell’aumento percentuale dei proletari dipendenti ,
delle pensioni promesse in altri tempi di vacche grasse ai salariati in
attività, per frenarne la lotta economica salariale. I pensionati possono
disporre in termini reali di un prodotto che è parte del risultato
contemporaneo del lavoro dell’ EIA.
Per inciso – Il meccanismo economico
capitalistico che fornisce i m s per i proletari non ancora in grado di
lavorare (fanciulli) , per quelli non ( invalidi, malati) o non più in grado di
lavorare (anziani) è lo stesso : per essi la massa di m s e il suo valore necessari sono parte del risultato del lavoro
dei proletari salariati attivi nel lavoro (EIA) , che va al proletariato (Ln) ; (
l’altra parte del lavoro ( pL) dà il plus valore ). Questo Ln
complessivo è erogato sia nella sezione I, per gli mp x ms ; sia nella sezione
II , per gli ms
Popolazione proletaria – Consideriamo le
conseguenze di questi fenomeni demografici, in sviluppo nei vecchi capitalismi ; li consideriamo nel
caso semplice in cui l’EIA ( la massa di
proletari salariati occupati) sia dato: In tal caso, a parità media di
estensione giornaliera o annuale del lavoro, a parità di intensità (potenza)
del lavoro, la massa di lavoro salariato
(Ln +pL) nel giorno o nell’anno, ossia il valore d’uso della forza lavoro
complessiva, è data. Per una data produttività del lavoro ( c/v data ), il lavoro necessario Ln sviluppato
dal EIA per la produzione della
sussistenza della classe proletaria (in tutte le sue forme necessarie,
pauperismo compreso) aumenta con l’aumento della percentuale di proletari
inattivi dipendenti ; è un aumento procurato dai fenomeni demografici prima
elencati. Se il lavoro necessario Ln
aumenta , e la massa di lavoro salariato
Ln +pL è data ( nel giorno o nell’anno ), secondo l’ipotesi sopra indicata , allora il
pluslavoro pL diminuisce ; e diminuisce , in rapporto di conversione dato, il plusvalore,
giornaliero o annuo ; diminuisce l’arricchimento e il godimento della classe dominante.
Immigrazione , emigrazione – Per
contrastare l’invecchiamento della popolazione proletaria, il calo
demografico e la diminuzione del
rapporto fra proletari attivi produttori e quelli inattivi dipendenti, nei
vecchi capitalismi, l’immigrazione di
proletari dai giovani capitalismi non sarebbe per quelli vecchi che una
soluzione temporanea e politicamente rischiosa. Temporanea, perché l’invecchiamento
e il calo demografico sono determinati dai rapporti di produzione e
distribuzione esistenti nel territorio che riceve gli immigrati e non tanto da
caratteristiche etniche o biologiche della procreazione.
Considerando il capitalismo mondiale nel corso del tempo
i vecchi capitalismi mostrano la direzione del processo. La società in
decadenza, affetta dall’individualismo, non ha un piano di vita per il corso in avvenire della specie umana e della natura tutta. Questo piano è il futuro
programma del nostro partito, nella comunità umana senza classi.
Una questione di metodo – Nel
meraviglioso capitolo rivoluzionario,
cap. XV, L I , Marx, nelle pagine fiammeggianti
del programma rivoluzionario, studia le variazioni di
valore di fl e pv al variare di
estensione, intensità, produttività del lavoro. ; ossia abbiamo due grandezze
da studiare, che dipendono da tre grandezze considerate variabili.
Seguendo quel metodo di analisi, qui sopra, abbiamo
fissato come costante la grandezza EIA e
considerato variabile, in diminuzione, il rapporto fra proletariati attivi salariati e proletari da questi dipendenti ; ciò per
studiare la tendenza del plus valore, reddito annuo della
borghesia.
1)
Se consideriamo una diminuzione dell’ EIA, a
parità di quel rapporto, vediamo la causa delle preoccupazioni dei più vecchi
capitalismi per il calo demografico nel loro territorio.
2)
Se consideriamo una diminuzione contemporanea
delle due variabili (EIA e rapporto suddetto) , più evidenti vediamo la
difficoltà crescente dell’accumulazione per l’invecchiamento, generale ma
ineguale del capitalismo mondiale.
3)
Queste difficoltà crescenti
, da noi sempre previste, esaltano
l’antagonismo delle due classi.
Proletari di tutti i paesi –
Nell’indicare l’immigrazione come necessità del capitale nei vecchi
industrialismi, i comunisti non dimenticano
la solidarietà internazionalista e proletaria con chi è costretto all’emigrazione. Per i comunisti, in quanto si
sentano elementi del movimento comunista storico di lotta, questo senso di classe non si
esprime in briciole di buonismo
individuale e sentimentale o in attivismo filantropico. Si esprime piuttosto nella lotta comune
contro il capitale, nel paese di arrivo e in quello di partenza. Nel paese di
arrivo contro il capitale che sfrutta o mette gli immigrati nel EIR con carità,
elemosina e filantropia, per manipolare bene il mercato della forza lavoro ;
questo vecchio capitale tresca con le giovani borghesie che li hanno affamati,
che rapina le ricchezze dei loro paesi e
quindi ne può rapinare la forza lavoro. Nel paese di partenza, affinché si
sviluppi una decisa lotta proletaria che colpisca le cause dell’emigrazione e
agisca contro la connivenza dei capitalismi vecchi e giovani, uniti di fronte
agli effetti dell’invecchiamento del capitalismo mondiale, generale ma ineguale
In relazione al punto 4) – Lo studio del ciclo
M’÷M’ dimostra che l’esistenza del capitale sociale complessivo in tutte le sue forme di funzione ( D ; M
;…P…; M’ ; D’) è un presupposto strettamente necessario per qualsiasi analisi
fatta a livello di capitale individuale.. Queste analisi, quando considerano il
capitale individuale come elemento autonomo, indipendente dalla struttura economica della società è un
operazione truffaldina di propaganda, tipica della metodologia di analisi di un
nostro nemico, l’individualismo, e della teoria economica dominante, che ne è una delle espressioni più schifose.
In relazione al punto 5) – Qui Marx studia la
formula M’÷M’ per un ciclo di riproduzione ampliata rispetto al ciclo
precedente. Questa questione è stata trattata nel capitolo “accumulazione e
riproduzione ampliata” L. II e nello schema di partenza della RA. ( da notare
che un regime già in corso di RA è come un continuo ripetersi del passaggio
dalla RS alla RA. Le conclusioni di
quella trattazione ( L. II) sono
analogamente valide per ogni passaggio di ampliamento nel corso della
RA )----------------------------------Vediamo qui nel punto 5), come in quelle conclusioni del L. II, che l’ampliamento della scala della
produzione non è determinato da un “investimento “ preliminare di capitale monetario ,
altrimenti inoperoso, allo stato potenziale ; ma dalla decisione che riguarda
la destinazione del pluslavoro , prima dell’effettivo ampliamento , presa dalla classe che ha l’imperio sul
lavoro salariato.
Far investire gli ignudi – Analoga attenzione
alla dimensione temporale del ciclo del
capitale si ha quando Marx analizza la “Trasformazione del plusvalore in
capitale” L. I .
Ne deduce le due tesi : a) senza mp e ms addizionali prodotti con pluslavoro,
( che costa solo alla classe proletaria ), prima dell’intervento del denaro per il relativo acquisto del plus prodotto,
niente accumulazione di capitale ; b) con l’accumulazione di capitale la classe
operaia riacquista il frutto ( ms) del
suo lavoro passato con più lavoro di quel che le è costato.
Qui nella tesi
b) Marx fa i conti in termini di
lavoro, confronta la quantità di lavoro totale svolto dalla classe operaia in
ciascuno dei due cicli. Sono quantità che si rappresentano nei due valori
aggiunti (v + pv ) corrispondenti, indicati nel grafo che segue . Da qui la tesi b) sopra
riportata.
Nota – lavoro e valore
- Noi spesso, per distinguere sbrigativamente
il valore dal valore d’uso delle merci chiamiamo il primo : valore di scambio. Il che può : 1) fare dimenticare che fra valore e lavoro
richiesto c’è un fattore di conversione,
unico , fisso convenzionale in epoca capitalistica : a un valore è
associato uno e uno solo lavoro, e viceversa ; 2) fare pensare,
in errore, che c’è valore solo
nello scambio, o peggio, che è il mercato
che crea valore. Marx, criticando il superindividualista Bailey (L. II) : “ ciò scaturisce dal suo equivoco generale, secondo il quale
il valore di scambio = valore, la forma
del valore è il valore stesso …” . Due merci si possono scambiare perché hanno
in comune la stessa dimensione sociale,
il lavoro umano : in fisica si misurano e si confrontano due grandezze
con la stessa unità di misura, quando hanno
la stessa dimensione fisica. Un amico,
che si intende di fisica , ha aggiunto che è una nozione elementare, nel
senso che è di base nella scienza.
Il grafo – Sulla questione
accumulazione di capitale e riproduzione
della classe proletaria
riportiamo il seguente grafo :
Errata
corrige – L’indicazione corretta della composizione in elementi materiali del
valore aggiunto (v+pv), aggiunto al
valore dei consumi di capitale costante, nel primo processo produttivo è : mp,
mc.
Il grafo che riportiamo illustra, astrazione fatta dalla circolazione
monetaria , la successione di due cicli
: quello di partenza della RA e quello consecutivo . L’esempio di questo
secondo ciclo lo abbiamo fatto con la consueta ipotesi quantitativa di pv/v =1.
In questo grafo la riproduzione della forza lavoro per il
secondo ciclo compare fra i due processi
di lavoro ….P…. . La produzione di ms necessari
avviene nel primo processo di lavoro ; il lavoro del secondo
processo, che si rappresenta nel suo
valore aggiunto (v+ pv), ha per la classe operaia un costo maggiore, rispetto a
quello del primo processo produttivo che ha fruttato i m s alla classe operaia, costo maggiore per effetto della
capitalizzazione del plus valore (“degli
investimenti”) .
Nota – Il grafo mostra per
il proletariato ( simbolo C P )
due aspetti : 1) il movimento nel tempo del capitale variabile
dalla forma ms alla forma fl ; 2) che il consumo anticipa lo sfruttamento nel
processo produttivo …P… Occorre aver presente che le differenti porzioni del
capitale variabile percorrono, distribuite
e successivamente, il circuito . Marx : “ l’uomo è costretto ancora a
consumare, giorno per giorno, prima di produrre e mentre produce, come il primo giorno della sua comparsa sulla scena della terra”.
A proposito della pretesa dei sindacati di regime di
deviare la lotta economica della classe operaia
da quella per più salario e meno orario di lavoro a quella per gli investimenti (oggi per
“lotta” contro l’austerità) è
giusto rileggere lo scritto del
P.C. Int. “Far investire gli ignudi”. E uno scritto
allegro e ironico ( nei confronti dei dirigenti sindacali ) ; serio e sostanziale,
perché difende la teoria rivoluzionaria e quindi difende l’avvenire del
proletariato.
Nota – Sopra abbiamo indicato l’ipotesi quantitativa,
solita per noi, pv /v = 1, utilizzata
per il grafo. Dopo più di 150 anni , il
movimento comunista invece di sacrificare lo studio e la diffusione della sua
teoria rivoluzionaria alla rincorsa volontaristica di un apparente, effimero
reclutamento, potrebbe dedicare una parte delle sue energie alla ricerca per
verificare questa nostra ipotesi sul rapporto quantitativo attuale pv/v, ossia
sulla ripartizione di classe attuale del prodotto di valore. L’aspetto
quantitativo dei rapporti fra le nostre grandezze c,v,pv aiuta nell’intendere
la teoria rivoluzionaria marxista. Come, per esempio, è stato fatto da Marx nei
prospetti numerici quantitativi degli schemi della riproduzione del capitale
sociale complessivo .
POSCRITTO
Emigrazione – immigrazione – In questa postilla abbiamo
sfiorato di passaggio questo argomento, perché lo scopo primo dello scritto è
quello di mantenere in efficienza, usandoli, gli strumenti della teoria
marxista, quali armi del programma comunista rivoluzionario. Ora vogliamo in
questo poscritto esporre qualche elemento utile per approfondire una questione
appena accennata nelle note precedenti ; il che è stato fatto quando abbiamo
considerato gli effetti dell’invecchiamento della popolazione proletaria sulla
accumulazione capitalistica nei più vecchi capitalismi.
I vecchi capitalismi dell’occidente, continuando a rapinare
il continente africano, continuano a causarvi miseria, emigrazione ed
immigrazione negli stessi capitalismi neocoloniali. Questi capitalismi poi,
sfruttando gli immigrati, cercano di rallentare, almeno temporaneamente, il loro
invecchiamento nella popolazione proletaria e nel meccanismo economico di
crescita.
Questi vecchi capitalismi riuniti nel sedicente “fronte
occidentale” possono così continuare a : 1) rapinare e dominare l’Africa ; 2)
indebolire , contrastare, eliminare con la violenza e l’assassinio i nascenti movimenti Africani di liberazione
dal neocolonialismo (sempre feroce, ma più ipocrita del vecchio) ; 3) creare
settori della borghesia africana collaborazionisti corrotti conniventi per il
necessario personale della commedia politica ; 4) fomentare nel continente, fra
etnie e fra stati, guerre per vendere armi e creare emigrazione ; 5) dominare
il mondo, fino al rischio di trascinarlo alla guerra per evitare il proprio ulteriore declino relativo.
L’Africa libera avrebbe le risorse in materie prime del
sotto suolo, in prodotti della natura,
in massa di forza lavoro, tali da risorgere dopo secoli e svilupparsi.
Il finanziamento monetario non sarebbe un problema, perché
questo va, a caccia di interesse e profitto,
dove la riproduzione reale del capitale col lavoro salariato è possibile
: tanto più se in crescita accelerata da gioventù. I piani Marshall, se mai,
vengono sempre dopo ; vedi lo scritto P.C. Int.1947 “America”.
Trasformazione del pv in capitale – L’inserimento degli
immigrati come salariati nel processo produttivo e di valorizzazione del capitale, nel territorio del loro arrivo
è possibile se in questo territorio esiste un plusprodotto, qui precedentemente
prodotto e espropriato ai produttori salariati, prima dello sfruttamento degli
immigrati.
Questo plusprodotto deve contenere i necessari elementi
materiali in mp addizionali e ms addizionali, in valore e valore d’uso ;
(supponiamo produttività del lavoro, quindi c/v, invariate nel passaggio di
ampliamento della produzione). Questi sono elementi necessari per l’impiego
addizionale degli immigrati nel processo di produzione e valorizzazione del
capitale.
Facciamo un bilancio nel filo del tempo, prima e dopo
l’arrivo dell’immigrazione, ma in termini di lavoro, astraendo dalla mediazione
della circolazione monetaria.
Considerando il proletariato nei capitalismi occidentali in
seguito alla immigrazione, considerandolo come porzione della classe
internazionale, senza distinzioni di razza, nazione, originario sul territorio o no, quando, finita la fase
iniziale, e avvenuta l’integrazione degli immigrati nella produzione del
capitale, questo proletariato, nel suo complesso in tutte le sue fasce di età,
di attività e non attività “ ricompra il frutto
(ms) del suo lavoro passato con più lavoro di quello che è costato”. (
Confronta indietro i paragrafi : “ In relazione al punto 5” e “ Fare investire
gli ignudi”) Nota bene : quel “lavoro passato” è costituito di una parte che è
pluslavoro estorto antecedentemente allo sfruttamento degli immigrati come
salariati occupati.
Internazionalismo
proletario – Neocolonialismo
(appropriazione, saccheggio, asservimento, rapina, corruzione, assassinio
dei rivoluzionari africani), poi miseria, poi emigrazione, poi immigrazione,
poi rinnovato vigore al vecchio capitale, poi più forza al dominio
neocolonialista…
Questa, che
interessa l’Africa e i vecchi capitalismi, è una catena chiusa di cause ed
effetti. Troviamo esempi di questo tipo di descrizione nella dialettica del
determinismo marxista. Si tratta di una catena chiusa, di un processo nel filo
del tempo, a struttura circolare, orientata, causale : ogni suo elemento è
prodotto necessario del precedente e condizione necessaria del conseguente. Ne
abbiamo visto un esempio ristudiando la “Legge generale dell’accumulazione
capitalistica", nel considerare la riproduzione continuata delle diverse
sfumature della classe proletaria, attive o disoccupate.
L’attuale
catena emigrazione – immigrazione è la poderosa organizzazione di un sistema,
per la sua sopravvivenza, che la borghesia in decadenza nei vecchi capitalismi di
occidente presenta con propagande “umanitarie”, intrise di ipocrisia, di etica,
di morale, di religione ; come sempre, quando, con democrazia per uso interno, deve fare una mascalzonata. E fa leva per calpestarli, sui sentimenti di
solidarietà, che sono della specie umana, forse anche di altre specie animali.
Marx, LII cap. IV,
a proposito delle tre possibili figure del processo ciclico del capitale : “ In
un circolo che ruota costantemente, ciascun punto è contemporaneamente punto di
partenza e punto di ritorno…Così tutta la differenza sussiste solo per
l’osservatore.”
Compito primo
dell’internazionalismo proletario, di fronte ai drammi che accompagnano
emigrazione ed immigrazione, non è certo quello di lubrificare lo svolgimento
della catena, no è certo quello di indicare come rimedio o come risultato
positivo della catena, un più forte più razionale, riparato capitalismo.
Il compito è
quello dell’unione, nello spazio e nel tempo
delle lotte dei proletari di ogni “razza” o nazione ; per spezzare
questa tragica catena, ovunque sia possibile.
La moneta
necessaria – Una
considerazione va aggiunta alle precedenti su rinascita e sviluppo dell’Africa.
Per una Africa libera c’è una possibilità di un finanziamento autonomo del circuito
monetario ; questo è uno sciupio necessario in un modo di produzione ancora
capitalistico.
Ora vogliamo
considerare un finanziamento monetario tutto africano, sovrano nelle sue
politiche monetarie.
In generale,
dice la nostra teoria economica marxista, la circolazione della moneta di
credito è sostenuta dal credito (fiducia), che sta dietro, con la forza
economica della produzione reale materiale al sistema bancario (Banca Centrale
inclusa) , che emette questa moneta. Questo credito è “ garantito dal credito
della nazione”, L. III (Marx qui si
riferisce al capitalismo di un paese singolo).
Consideriamo
la situazione, prossima ventura, del continente africano, sovrano e libero, in
seguito alle lotte d liberazione dal neo colonialismo ; liberato quindi dalle
attuali tantissime basi militari del neo colonialismo, che devono assicurargli
l’appropriazione delle tantissime ricchezze africane prodotte e non prodotte.
Consideriamo
ora quattro fattori a disposizione di una Africa libera per la sua rinascita
generale e il suo sviluppo economico : 1) le risorse minerarie del sotto suolo
(gas, petrolio, uranio) da trasformare in mezzi di produzione da combinare con il lavoro ; 2) i tesori in oro e diamanti (per procacciarsi riserve
di moneta mondiale) ; 3) i prodotti della natura , comuni e quelli specifici
del continente ; 4) la grande massa di
forza lavoro della popolazione africana
(per produrre valore ex novo). Qui stiamo considerando uno sviluppo
economico in Africa ancora capitalistico, ma autonomo e indipendente.
Questo
sviluppo economico indipendente permetterebbe al continente africano libero di
avere un sistema bancario (completo di Banca Centrale), indipendente, che goda
di credito e fiducia, tali da consentirgli l’emissione e la creazione di moneta
di credito (cartacea, e scritturale nei conti bancari). Questa moneta circolerà
nel continente stesso e potrà anche scambiarsi con altre monete del resto del
mondo, nel e per il commercio internazionale delle merci.
Condizione
necessaria di tutto ciò è la liberazione dell’ Africa. (Altro che “ aiutiamoli
a casa loro”, asservendoli con il prestito e continuando la rapina di forza
lavoro e prodotti).
Questa
liberazione è il solo modo di spezzare la tragica catena chiusa emigrazione
dall’Africa – immigrazione in Europa, catena che si autoalimenta ; abbiamo
descritto questa catena a proposito dei compiti dell’internazionalismo
proletario.
La questione
economica sopra trattata è da collegare all’ assassinio, nel 2011
in Libia di Gheddafi, fiero rivoluzionario anticolonialista e attivo
panafricanista. E stato condannato soprattutto perché aveva inteso la questione
monetaria, che riguarda l’asservimento
dell’Africa e aveva tentato di operare di conseguenza, per la liberazione di
tutto il continente. E stato condannato al feroce linciaggio, che chi sta dalla
parte degli oppressi e sfruttati non dimentica. E stato condannato dalle
vecchie ipocrite borghesie di Occidente, in combutta collettiva come corpo
unico di brigante imperialista.
Proprio loro
; quelli che di comodo : 1) sostengono il “primato dell’individuo” nei processi
storici , sociali , economici ; 2) affermano la non esistenza reale, ieri e
oggi,di nazioni, classi sociali , Stati; per conservarli nel domani ; 3)
attaccano alla base il metodo scientifico marxista dell’economia politica.
I teorici
propagandisti dell’individualismo sono fatti così : quando devono mettere su
imperi, fare guerre di aggressione , massacri , genocidi, reclamano il rispetto
dei loro “valori di spirito umano e di civilizzazione “ solo da parte degli
altri, gli aggrediti da opprimere . Contro la "civilizzazione" dell'ipocrisia, contro la usurpazione dolosa della solidarietà della specie umana, noi abbiamo una volta gridato : "Avanti Barbari"
Per il monopolio occidentale dell’informazione “l’intervento”
in Libia del fronte capitalistico occidentale
è stato necessario per ragioni umanitarie, democratiche, di difesa dei
“diritti umani” , di diffusione della
forma di “società aperta”, pretesa cosmopolita , senza frontiere, paradiso del
mite individualismo